L'appuntamento romano dei Wiener
Anche Benedetto XVI e i vescovi presenti al sinodo hanno voluto ascoltare i Wiener.
Recensione
classica
Il Festival di Musica e Arte Sacra dona a Roma il privilegio di ospitare ogni anno i Wiener Philharmoniker. Purtroppo l'acustica delle cinque immense navate di San Paolo fuori le Mura non è affatto perfetta, ma quel che giunge all'orecchio è comunque una magia. Il suono, sebbene lontano e flebile, è indubbiamente quello impareggiabile e inconfondibile dei Wiener e si può riconoscerlo già nelle prime battute della Sinfonia n. 6 di Bruckner, con il suono setoso e leggero ma sostanzioso dei violini che cantano sui contrabbassi, cupi e possenti ma senza la pesantezza e la gutturalità che questa sezione ha anche in orchestre molto titolate. Gli ottoni - che sono disposti in fondo su una pedana rialzata, avvolgendo a semicerchio l'orchestra - sono ovviamente i meno penalizzati dall'acustica e si espandono lucenti e infallibili ma senza asprezze e aggressività. A soffrire di più sono i legni, un po' soffocati nel tutti dell'orchestra, ma ben percepibili nei solo. Dal podio Christoph Eschenbach guida l'orchestra con un gesto ampio e chiaro, preciso e asciutto, che è lo specchio fedele di un'interpretazione senza fronzoli e senza sentimentalismi, che riserva un'attenzione speciale agli intricati contrappunti bruckneriani, sempre chiarissimi, grazie ai perfetti rapporti sonori tra le sezioni e al fraseggio e alla ritmica nitidamente articolate. Ma non è solo tecnicismo e resteranno indimenticabili l'infinita malinconia e la stremata dolcezza della coda dell'Adagio.
Come per farsi perdonare la cattiva acustica, San Paolo fuori le Mura accoglie un pubblico immenso (quattromila persone) che può ascoltare gratuitamente un concerto che in qualsiasi altra circostanza sarebbe accessibile solo pagando biglietti salatissimi.
Note: In programma: Anton Bruckner, Sinfonia n. 6
Orchestra: Wiener Philharmoniker
Direttore: Christoph Eschenbach
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