Lady Blackbird apre il Roma Jazz Festival

 

Successo di pubblico per il concerto dell’artista americana alla Sala Petrassi

 

Lady Blackbird (foto Fondazione Musica per Roma: Musacchio/Ianniello/Pasqualini/Fucilla)
Lady Blackbird (foto Fondazione Musica per Roma: Musacchio/Ianniello/Pasqualini/Fucilla)
Recensione
jazz
Auditorium Parco della Musica, Roma
Lady Blackbird
06 Novembre 2022

Apertura in grande stile per il Roma Jazz Festival, grazie a un concerto di Lady Blackbird — al secolo Marley Munroe — che ha entusiasmato il pubblico di appassionati accorso al Parco della Musica per ascoltare l’artista americana proveniente da Los Angeles.

Quando il palco della Sala Petrassi si illumina la musica è già iniziata e i quattro strumentisti che accompagnano Munroe –Cris Seefried chitarra, Sam Beste tastiere, Neil Charles basso, Dan See batteria – sono già alle loro postazioni, impegnati nel generare un tessuto strumentale che nel corso della serata sarà sempre ad altissimi livelli per intensità e duttilità espressiva.

Chi era abituato al soul più tradizionale che Lady Blackbird ha consegnato al mercato discografico grazie all’album Black Acid Soul ha la sorpresa di trovarsi di fronte a un sound verosimilmente tendente al modern pop, insomma una specie di rivisitazione rock dei brani che hanno contribuito a far conoscere l’artista statunitense. Con un risultato – peraltro non nuovo, a giudicare dai live disponibili in rete – a dir poco entusiasmante.

La voce di Lady Blackbird ha qualcosa di magico, in grado di sfruttare sia le regioni più gravi della sua tessitura sia la vasta gamma di sfumature dinamiche di cui è capace per dar forza ai testi che canta, testi nei quali spesso confluiscono temi secolari legati alla sofferenza della sua gente.

Cresciuta in un ambiente dove il soul e il gospel erano di casa, Marley ha collaborato lungamente col gruppo TobyMac, poi grazie a una personalissima versione della celebre "Blackbird" di Nina Simone, che nel 2020 l’ha portata all’attenzione del pubblico internazionale, ha iniziato un nuovo percorso artistico usando come riferimento proprio quel titolo.

Ed ecco l’infuocata Lady Blackbird alle prese con "Woman" cambiare completamente registro quando canta brani come "Rules of My Heart". La sua voce insomma fa breccia nel cuore del pubblico romano, malgrado un’amplificazione tutt’altro che eccellente (seppur migliorata rispetto all’inizio del concerto), visto anche il posizionamento troppo in alto dei blocchi di diffusori (non proprio la soluzione ideale per far ascoltare la musica di Lady Blackbird).

Migliore la situazione dell’amplificazione per i quattro componenti della sua band, professionalità di altissimo livello tra le quali merita una particolare menzione quella di Sam Beste, che alla tastiera è stato capace di creare atmosfere di particolare pregio, compreso l’assolo in cui si è lanciato in territori timbrici che a dir poco evocavano Maurice Ravel, fino a citare esplicitamente, per un momento, il famoso tema del "Bolero". C’è tanta cultura musicale dietro questi artisti d’oltreoceano, il bel concerto di Lady Blackbird ce lo ha ricordato ancora una volta.

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