La coinvolgente classicità di Dave Douglas
Il trombettista a Mestre scalda il pubblico con un quintetto all'insegna dell'immediatezza
Recensione
jazz
Festeggia cinquant'anni, Dave Douglas. E li festeggia portando in tour il suo più recente quintetto, un gruppo che sembra funzionare in modo egregio grazie all'energia di una Linda Oh al contrabbasso e di un Rudy Royston alla batteria, alla brillantezza di Luis Perdomo al piano (che sposta leggermente gli equilibri rispetto al più pensoso Matt Mitchell che troviamo sul disco [i]Time Travel[/i]) e a un Jon Irabagon al tenore che si muove quasi telepaticamente in sinergia con la tromba del leader.
Il pubblico di Mestre accoglie con un calore palpabile Douglas e lui ricambia con un concerto di forte comunicatività, attingendo sia dal repertorio di [i]Time Travel[/i] che da quello del precedente [i]Be Still[/i], quindi alternando momenti più articolati di sapore post-bop a altri in cui il materiale tematico innodico e folklorico consente aperture di coinvolgente cantabilità.
È un musicista che ha raggiunto una felice maturità, Dave Douglas. Forse chi lo ricorda nei suoi progetti più scalpitanti e innovativi di qualche anno fa potrebbe trovarsi un po' smarrito di fronte a un artista che non smette di eccellere come strumentista e come compositore di temi, ma che declina la serata secondo coordinate "classiche", con lunghi assoli su terreni sicuri e qualche strizzata d'occhio, pur onesta, al pubblico.
La cosa funziona, la temperatura sulle gradinate dell'Auditorium sale e tutti, anche sul palco, sembrano divertirsi molto. Splendido cinquantenne!
Interpreti: Linda Oh: contrabbasso; Rudy Royston: batteria; Luis Perdomo: piano: Jon Irabagon: sax tenore; Dave Douglas: tromba.
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