La Casa del (nuovo) Jazz
A Roma i Sons of Kemet e Nubya Garcia tra le "nuove tendenze" proposte alla Casa del Jazz
Arriva finalmente una ventata di novità – almeno per il pubblico italiano – nella programmazione estiva della Casa del Jazz, grazie alla neonata sezione Nuove tendenze che sta proponendo alcune tra le più interessanti formazioni del jazz contemporaneo, con originali incursioni verso l’elettronica, l’hip-hop e il funk.
Cinque degli otto appuntamenti complessivi di questa sezione di Summertime 2022 si sono concentrati nell’ultima settimana di luglio, tra di loro due concerti che hanno visto protagonisti altrettanti sassofonisti, usciti entrambi dalla fucina londinese del progetto Tomorrow’s Warriors di Gary Crosby. Con le loro rispettive band hanno dato vita a due spettacoli particolarmente coinvolgenti, accolti con grande entusiasmo da quanti affollavano lo spazio all’aperto della Casa del Jazz.
Iniziamo dai Sons of Kemet, certo caratterizzati – anche visivamente – dalla presenza di ben due batterie. Il motore propulsivo, in un caleidoscopio di ritmi di grande vitalità, è però sempre rimasto lui, Shabaka Hutchings, instancabile sul palco col suo sax insieme al poderoso – è il caso di dirlo – sostegno del basso tuba di Theon Cross. Un mix travolgente dove davvero il jazz è stato declinato in modo nuovo, immettendo le più avvincenti suggestioni afrofuturiste, i ritmi delle Barbados che appartengono alla storia familiare di Shabaka (nato però a Londra), gli incredibili virtuosismi strumentali dei due strumenti a fiato, per non parlare della scatenata attività dei due percussionisti.
Perfetta l’intesa tra i quattro componenti, del resto la loro esperienza discografica – giunta lo scorso anno al quarto album Black To The Future – è ormai consolidata e li ha posti su territori che forse disorienteranno gli appassionati del jazz più "classico". Ma non c’è disco che tenga di fronte all’esperienza impagabile di un ascolto dal vivo di questo gruppo, gruppo peraltro giunto all’ultimo tour, visto che dopo si scioglieranno e ciascuno dei componenti continuerà per strade diverse. A cominciare da Shabaka Hutchings, già coinvolto in diversi altri progetti musicali. Staremo a vedere, le energie – sia dal punto di vista creativo sia da quello puramente fisico – non gli mancano certo.
Nei brani proposti dalla giovane sassofonista e compositrice Nubya Garcia forse è presente un po’ più del jazz anni Sessanta con cui si sono nutriti molti degli esponenti della nuova scena londinese del jazz, ma anche nel suo concerto la presenza di sonorità del continente nero e i ritmi latini hanno portato una boccata d’aria fresca in una serata resa ancor più calda dalla pressoché totale assenza del "ponentino" romano.
Grande energia anche quella della Garcia, ma anche molto garbo nel creare atmosfere di particolare intensità, all’interno delle quali hanno trovato spazio anche gli assoli degli altri tre componenti del gruppo, rispettivamente impegnati alle tastiere, al contrabbasso e alla batteria. Diversi tra i brani proposti provenivano dal repertorio contenuto nel suo album d’esordio Source, ma anche qui il risultato dal vivo è stato non solo assai diverso ma soprattutto molto meno legati al sound latino che viceversa sembra permeare lo stesso album. Di particolare effetto tutti i momenti in cui indugiando ostinatamente su alcune cellule melodiche e/o ritmiche Nubya e la sua band hanno posto le basi per un mix di improvvisazioni che si sono susseguite come in un gioco di luci e ombre fatto però coi soli suoni.
Artisti giovani – a loro vanno aggiunti anche i protagonisti delle altre serate di questa sezione, primo tra tutti il futuristico Louis Cole – dotati di personalità e qualità musicali in grado di coinvolgere un pubblico assolutamente eterogeneo, in serate che hanno sempre un qualcosa di unico da offrire. Siamo sicuri che dover restare seduti, ognuno al proprio posto numerato, in uno spazio aperto che viceversa inviterebbe a una minore staticità, sia la situazione migliore per ascoltare e godersi concerti di questo tipo?
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