Il teatro immaginario di Orazio Vecchi a Modena

In scena a Modena uno spettacolo spurio, anfibio, in cui si passa dalla fisicità della parola recitata, che inscena i personaggi della commedia dell'arte (Pantalone, il pedante Dottore Graziano, il matamoro Capitan Cardon, ecc.), alla disincarnante polifonia madrigalesca, che intona a più voci i singoli personaggi.

Recensione
classica
Teatro Comunale Modena
Orazio Vecchi
29 Settembre 2005
Che non tutto il teatro musicale sia l'opera, sembra un'affermazione perfino provocatoria nel "paese del melodramma", ma è presupposto fondamentale per capire l'Amfiparnaso di Orazio Vecchi, "commedia armonica" data alle stampe a Venezia nel 1597. L'autore vi applica l'idea (moderna ma antica, come si vede) di un teatro dell'ascolto, privo della "vaghezza della vista", la cui azione messa in musica, non essendo messa in scena, dovrà essere immaginata dall'ascoltatore che "si formerà nell'idea una favola compiuta". D'altra parte, la drammaturgia aperta e mista così delineata viene sottolineata dal titolo stesso dell'opera (Amfiparnaso=doppio Parnaso, commedia+musica). In questo quadro, non appare contraria alle ragioni drammaturgiche del testo la scelta di Paolo Da Col che ha inserito una voce recitante (quella del bravissimo Enrico Bonavera) a declamare gli argomenti e ad introdurre le scene musicali realizzate poi come madrigali a cinque voci. L'impianto teatrale è stato anche arricchito da alcune sagome disegnate da Luzzati, ispirate alle xilografie della prima edizione a stampa, e disposte intorno all'ensemble vocale cui si sono aggiunte, discrete ma preziose, le tiorbe di Damiani e Pavan. Il risultato, affascinante, è stato quello di uno spettacolo spurio, anfibio, in cui si passa dalla fisicità della parola recitata, che inscena i personaggi della commedia dell'arte (Pantalone, il pedante Dottore Graziano, il matamoro Capitan Cardon, ecc.), alla disincarnante polifonia madrigalesca, che intona a più voci i singoli personaggi. Le voci del gruppo Odhecaton (tutte maschili) mi sono apparse affiatate e ben concertate. Ottima la mise en parole dei vari idiomi presenti nel testo e la resa spesso grottesca delle parti parodistiche: il madrigale nel madrigale, gli spagnolismi del Capitano, la presa in giro delle "orribili favelle" (dantescamente) degli ebrei. Solo la voce del controtenore Le Chenadec non mi è sembrata ben amalgamata col resto del gruppo. Comunque serata memorabile, con molti applausi e bis delle "orribili favelle".

Interpreti: Enrico Bonavera attore, regista ENSEMBLE ODHECATON Alessandro Carmignani controtenore, Gianluigi Ghiringhelli controtenore Raoul Le Chenadec controtenore, Renzo Bez controtenore, Fabio Furnari tenore Paolo Fanciullacci tenore, Vincenzo Di Donato tenore, Giovanni Dagnino basso Rinaldo Ottone basso Andrea Damiani, Franco Pavan liuto

Regia: Enrico Bonaventura

Scene: Emanuele Luzzati elementi scenici originali; Rinaldo Rinaldi realizzazione elementi scenici

Orchestra: Ensemble Odhecaton

Direttore: Paolo Da Col

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Al Teatro Sociale di Rovigo va in scena La voix humaine e a Padova l’OPV propone L’histoire de Babar

classica

A Santa Cecilia, all’Opera e al Teatro Olimpico tre diverse edizioni del balletto di Čajkovskij

classica

A Piacenza la stagione d’opera si apre con successo con una Madama Butterfly dall’efficace segno musicale