Il mese di Hollenbeck
Il Claudia Quintet a Ferrara per il Bologna Jazz Festival
Recensione
jazz
All’interno del Bologna Jazz Festival sette concerti hanno trovato un’idonea ambientazione al Torrione Jazz Club di Ferrara. Fra questi, l’unica data italiana del Claudia Quintet, una delle formazioni più significative dell’attuale scena newyorchese.
Il repertorio era tratto in buona parte dall’ultimo cd, [i]September[/i] (Cuneiform, 2013), ispirato al mese prediletto da John Hollenbeck: anche se il quintetto preferisce presentarsi come paritario, in realtà il batterista ne è il leader e compositore principale. Tempi dispari e temi obliqui, ma anche dai ripiegamenti evocativi e onirici, costituiscono l’ossatura di una musica in cui l’originalità dell’approccio compositivo ha un ruolo determinante. È appunto il palinsesto della scrittura a innescare al contempo consistenti spazi improvvisativi, corroborati da un interplay reso empatico e coeso da anni di frequentazione.
Se il drumming asciutto e propulsivo di Hollenbeck ha svolto un’indubbia funzione di guida strutturante, nei collettivi ha preso corpo un peculiare colore del sound; è risultato particolarmente caratterizzante a tale proposito l’apporto della fisarmonica, che con le sue inflessioni da harmonium indiano è divenuto il centro di audaci impasti armonici insieme alle ance di Speed e al vibrafono di Moran. Talvolta si sono concretizzate invece telluriche e vibranti escursioni del trio vibrafono-contrabbasso-batteria, ossessive reiterazioni o esposizioni melodico-ritmiche di perentoria e geometrica concisione.
Il contributo di Robert Landfermann, inserito al posto del titolare Drew Gress, in alcuni obbligati si è rivelato forse più prudente, meno incisivo, senza alterare tuttavia la sintesi espressiva e la forte identità raggiunti dal quintetto.
Interpreti: Claudia Quintet: Chris Speed, clarinetto, sax tenore; Matt Moran, vibrafono; Red Wierenga, fisarmonica; Robert Landfermann, contrabbasso; John Hollenbeck, batteria.
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