Il fuoco sacro del free

A Padova l'esibizione degli scandinavi The Thing

Recensione
jazz
Centro d'Arte degli Studenti dell'Università di Padova Padova
22 Aprile 2011
The Thing. Ovvero: Mats Gustafsson alle ance, Ingebrigt Håker-Flaten al contrabbasso e Paal Nilssen-Love alla batteria. In Italia non li si vedeva da un bel pezzo. Dal 2006 per l’esattezza: cinque anni fa. Troppi per quella che da almeno un decennio è una delle band-faro del panorama post-free non soltanto scandinavo e non soltanto europeo. Ma d’altro canto, che un certo jazz sia bandito dallo Stivale è cosa arcinota. Ci sarebbe casomai da chiedersi il perché, e magari interrogarsi sui meccanismi che regolano l’accesso ai nostri palchi. Ovviamente non è questa la sede e non è questo il momento: nelle poche righe della qui presente recensione c’é giusto lo spazio per raccontare l’unica data italiana dell’ultimo tour europeo del trio, ospitata al Torresino di Padova per Ostinati! 2011. Al solito, Gustafsson e soci non hanno fatto prigionieri, miscelando con sapienza le due anime dei The Thing: quella garage-punk e quella più squisitamente free-jazz. Alla prima appartengono la martellante “Hidegen Fujnak a Szelek”, presa dal catalogo degli olandesi The Ex (che la incisero con Tom Cora) e i due mini-bis: “Have Love, Will Travel” di Richard Berry, resa immortale dai Sonics, e “Aluminium” dei White Stripes. Alla seconda gli omaggi a Sonny Rollins e a Don Cherry, che del trio è una sorta di nume tutelare (non a caso “The Thing” è il titolo di una composizione del trombettista). Ne è venuta fuori un’ora di musica incandescente, suonata con la consueta verve terroristica, sparata in faccia al pubblico con compiaciuta e salutare violenza. Violenza che non vuol dire caos e nemmeno approssimazione. Perché il miracolo dei The Thing sta nella cura dei dettagli, nella scientificità tutta ayleriana della concitazione, nel saper gettare benzina sul fuoco sacro del free senza bruciarsi.

Interpreti: Mats Gustafsson (sax tenore, sax baritono, fluteophone); Ingebrigt Håker-Flaten (contrabbasso); Paal Nilssen-Love (batteria).

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