Il cuore rivelatore di Jeths
The Tell-Tale Heart di Willem Jeths in prima assoluta italiana ad Urbino e Ancona con la WunderKammer Orchestra diretta da Mattia Dattolo
Un concerto di giovani pensato per i giovani: “Sogni. Visioni. Allucinazioni” è il titolo dell’evento nato dalla collaborazione tra WunderKammer Orchestra, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e Università Politecnica delle Marche di Ancona che hanno presentato in prima esecuzione italiana il monodramma per soprano e orchestra The Tell-Tale Heart del compositore olandese Willem Jeths, nella trascrizione per soprano e ensemble di Fergus McAlpine. Il concerto è stato ospitato il 19 marzo al Teatro Sanzio di Urbino e il giorno successivo ad Ancona, Teatro Sperimentale, in entrambi i casi ad ingresso libero per gli studenti dei due Atenei e per la cittadinanza.
Willem Jeths è autore di opere, musica per orchestra e da camera molto apprezzato in Olanda, dove è stato spesso eseguito al Concertgebouw di Amsterdam; la Dutch National Opera gli ha recentemente commissionato un’opera, Ritratto, ambientata a Venezia, che racconta la vita della nobildonna Luisa Casati, amante di D’Annunzio. In Italia Jeths viene regolarmente, avendo acquistato nel 2007 una casa sull’Appennino tra Umbria e Marche.
Il libretto di The Tell-Tale Heart è tratto dall’omonimo racconto di Edgar Allan Poe, Il cuore rivelatore, dove l’io narrante, ossessionato dall’occhio ceruleo simile a quello di un avvoltoio del vecchio vicino di casa, lo uccide dopo aver preparato accuratamente il delitto per una settimana, osservando l’anziano nel sonno ogni notte. Dopo l’omicidio smembra il cadavere e lo nasconde sotto le assi del pavimento. Tuttavia la mattina dopo, percependo prima piano poi sempre più distintamente e infine in modo insopportabile il battito del cuore del defunto confesserà alla polizia il delitto. La vista dell’occhio, quindi, che scatena la pazzia, e la percezione uditiva finissima che permette di sentire il cuore battente sono i motori di questo racconto noir, da cui Carel Alphenaar ha adattato il libretto.
Il giovane soprano Jelena Dojčinović, nata in Svizzera da genitori serbo-bosniaci, ha interpretato con grande intensità il testo, affrontando la complessa parte vocale, tra il canto, il declamato fino al grido, con sicurezza e varietà espressiva, immedesimandosi nel personaggio e dando spessore teatrale all’esecuzione; la sua bravura, insieme a quella del direttore Mattia Dattolo, anche lui giovanissimo, a capo della WunderKammer Orchestra-Camerata degli Ammutinati, ha reso giustizia a questa pièce di grande interesse compositivo. Se inevitabile è il richiamo ai monodrammi di Schönberg, non mancavano le citazioni a musica del passato, pur in un tessuto sostanzialmente atonale: alla quarta sinfonia di Mahler (che tra l’altro è stata eseguita dopo l’opera di Jeths), a Daphnis et Chloe di Ravel, fino agli stilemi della scrittura polifonica rinascimentale, con i lunghi melismi sulle parole chiave del testo (eye, blood, vulture). Una composizione quindi che presenta un linguaggio novecentesco ma, come ha detto il compositore, presente in sala, che si rifà a degli archetipi musicali che fanno parte della nostra cultura; una musica ricchissima sul piano timbrico, che prevede anche l’uso di molte percussioni, tra cui il flexatone, o l’intervento del pianista direttamente sulle corde dello strumento.
Un plauso anche ai giovani strumentisti della WunderKammer, che nel ridotto ensemble avevano parti praticamente da solisti, e che si sono mostrati molto precisi, musicali, davvero bravi; Dattolo poi, classe 1999, (ha debuttato nella direzione ad ottobre 2023 alla Sagra Musicale Malatestiana con Perseo e Andromeda di Sciarrino) ha diretto con grande competenza una partitura impegnativa e complessa, dove ha saputo cogliere i molteplici contrasti dinamici e coloristici ed esaltare la tensione emotiva e il crescendo angoscioso, attraverso l’incessante pulsazione cardiaca, che porta al finale. Molto apprezzabile anche la sua direzione della Quarta di Mahler, nella versione cameristica di Erwin Stein, ancora con Jelena Dojčinović, qui con una vocalità completamente diversa, nel quarto tempo.
Buono il successo di pubblico, così come la soddisfazione per i musicisti e per il compositore.
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