I due di Chicago
Rob Mazurek con Chad Taylor a Bologna
Recensione
jazz
Lo storico, attivissimo jazz club bolognese ci ha permesso di ascoltare uno dei sodalizi più consolidati di Rob Mazurek: quel Chicago Underground in cui il quasi cinquantenne trombettista dialoga con il batterista Chad Taylor, entrambi impegnati anche all’elettronica. Diverso rispetto alla più “colta” compostezza perseguita dal Pulsar Quartet e meno trascinante del São Paolo Underground, il duo ha comunque espresso tutte le sfaccettature di una musica attuale e fortemente motivata, ben più matura ed estroversa di quella proposta ai suoi esordi oltre quindici anni fa.
I temi semplici e di popolaresca linearità innescano la diretta comunicativa di un saldo interplay. Il fraseggio dalle pieghe insinuanti del trombettista si avvale di una sonorità modulata, ottenuta inserendo e togliendo continuamente la sordina dalla campana, mentre Taylor alterna un drumming poderoso, scandito su metriche nitide, all’uso della suggestiva kalimba africana. La componente elettronica ha un peso notevole: fortemente preordinata, fornisce il bordone di temi marcati e ripetitivi su cui improvvisare, oppure si sovrappone all’eloquio dei due comprimari, con alonati e iridescenti effetti cromatici.
Nel complesso, soprattutto per l’ancestrale ritualità e il poetico lirismo che permeano il progetto, come non vedere nella musica dei due chicagoani una diretta e consapevole discendenza, ovviamente attualizzata, dal duo Don Cherry – Ed Blackwell, consegnatoci dallo storico doppio lp [i]Mu[/i] del 1969? Questa impressione è stata ulteriormente corroborata dal ricorso, in un brano, a un flauto traverso di bambù, che ha ricordato appunto i “flautini” usati un tempo da Cherry.
Interpreti: Rob Mazurek: tromba, elettronica; Chad Taylor: batteria, elettronica
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