E Parsifal se ne andò per la sua strada

Il giovane regista tedesco Christoph Schlingensief imposta uno spettacolo di grande suggestione visiva, ma poco o nulla corrispondente al testo di Wagner. Solita schizofrenia: grande direzione musicale di Boulez.

Recensione
classica
Bayreuth Festspiele Bayreuth
Richard Wagner
26 Agosto 2004
E' ormai consuetudine teatrale, e neppure Bayreuth fa eccezione, che al termine della rappresentazione il pubblico si divida tra contestatori urlanti e convinti sostenitori del lavoro del regista. E' accaduto anche per l'attesissimo Parsifal sulla "verde collina", diretto magistralmente da Pierre Boulez ma funestato da una regia che parte subito per la tangente e continua imperterrita per la sua strada senza curarsi né di ciò che dovrebbe accadere sulla scena né di ciò che la musica racconta. Che spettacolo è quello di Christian Schlingensief ? Diciamo una personale rivisitazione di fantasmi e allucinazioni immaginate in una sorta di isola remota dell'umanità, nella quale più mondi di sopravvissuti e di nuove presenze di uomini primitivi si danno appuntamento per esorcizzare un rito. Il rito è, o dovrebbe essere, quello del Graal, ma siamo lontani anche dai Signori degli Anelli: piuttosto siamo di fronte a un assembramento di rovine che riassumono apocalitticamente storie e civiltà. La variazione sul tema, condotta con simboli, richiami e proiezioni sovrapposte al lacerante conato di dare un senso alla vicenda, provoca fatica e nervosismo e confligge con una musica che dopotutto è quella creata da Wagner, con la sua logica e la sua progressione implacabile. Lo iato tra visione e ascolto diviene così insostenibile (ma forse è proprio questo che il regista vuole): anche perché Boulez sceglie invece la strada del rigore, della lucidità e della massima trasparenza. E' un Parsifal bellissimo il suo, nobile e virile, sentito e reso con amore ma senza retorica; e naturalmente affilatissimo nel rendere riconoscibili la modernità e la genialità senza tempo e spazio della partitura. A metà strada fra i due estremi si collocava la compagnia di canto, nel complesso di buon livello ma tragicamente lontana dalle altezze del tempo che fu, comunque impegnata con onore a fare di necessità virtù.

Interpreti: Amfortas - Alexander Marco-Buhrmester ; Titurel - Kwangchul Youn; Gurnemanz - Robert Holl; Parsifal - Endrik Wottrich; Klingsor - John Wegner; Kundry - Michelle de Young; 1. Gralsritter - Tomislav Muzek; 2. Gralsritter - Samuel Youn; 1. Knappe - Julia Borchert; 2. Knappe - Atala Schöck; 3. Knappe - Norbert Ernst; 4. Knappe - Miljenko Turk; Klingors Zaubermädchen - Juluia Borchert, Martina Rüping, Carola Gruber, Anna Korondi, Jutta Maria Böhnert, Atala Schöck; Altsolo - Simone Schröder

Regia: Christoph Schlingensief

Scene: Daniel Angermayr & Thomas Goerge

Costumi: Tabea Braun

Orchestra: Bayreuth Festspiele

Direttore: Pierre Boulez

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