Don Pasquale, intrighi e amori nella casa delle bambole
Firenze: regia di Miller, con Daniele Gatti sul podio
La ripresa dello spettacolo di Jonathan Miller del 2001 (regìa ripresa da Stefania Grazioli) con le scene di Isabella Bywater ha reso piena giustizia ad un’edizione che andò su allora, a pochi giorni dalla tragedia delle Due Torri, in un clima che certamente non favoriva questa deliziosa rilettura del capolavoro donizettiano. Il compianto regista inglese l’aveva riambientato in una casa delle bambole, con il suo interno di stanze viste in uno spaccato verticale in cui convivono il conservatorismo dell’attempato protagonista, gli amori dei giovani, la creativa malandrinaggine di un aiutante, l’astuzia femminile e un romantico innamorato, il tutto sotto lo sguardo disincantato della servitù, rinnovando una trama nata fra gli autori comici di quasi due millenni e mezzo fa e perennemente rinfrescata dalla musica.
Dobbiamo dire che non si sono ancora dissipate le nubi che da diversi lustri oramai gravano su questo teatro (a quanto sappiamo deve ancora arrivare la ratifica del ministero alla nomina di Fuortes sovrintendente proposta dal consiglio di indirizzo della fondazione fiorentina: un nodo politico, evidentemente). E tuttavia una serie di appuntamenti di fila, dall’autunno a oggi, dimostrano che a dispetto di tante disavventure ci sono un’orchestra e coro in ottima forma, un direttore principale, Daniele Gatti, purtroppo in partenza per altri lidi, ma che da quando c’è e fin che ci sarà (nel programma del prossimo festival c’è) è riuscito con la sua statura direttoriale a instaurare un eccellente rapporto con l’orchestra e con il pubblico. Un pubblico che in questi mesi e anni a Firenze lo ha seguito e profondamente apprezzato non solo nel grande repertorio o in autori per lui d’elezione, come Stravinskij, ma anche su terreni un po’ più accidentati, come si è visto, per esempio, nel ciclo delle sinfonie di Honegger, o nella suite della Nobilissima visione di Hindemith, proposta con altissimo consenso nel concerto che sabato ha seguito la prima del Don Pasquale. Un Don Pasquale di cui Gatti ha scavato la partitura con un’attenzione quanto mai screziata e partecipe di tutte le cose che ci sono, la densa orchestrazione che dà peso ad una storia in cui si ride anche amaro, ma anche il brio scintillante e quasi survoltato, letteralmente scatenato da Gatti, dei duetti. Una lettura che ha trovato la più piena condivisione in un cast ottimo, in cui al Don Pasquale solido vocalmente e scenicamente stolido ma senza eccessi di gags, ottimo, di Marco Filippo Romano, si affiancava come Ernesto un tenore di grazia rifinito quanto vocalmente prestante, Yijie Shi. E poi c’era l’estro comico davvero speciale di Markus Werba in un ruolo, quello di Malatesta, che sembra scritto per lui, e di Sara Blanch come Norina. Già dalla prima apparizione fiorentina della Blanch, con lo Sposo di tre, marito di nessuna del giovane Cherubini, qualche anno fa, tale estro era apparso evidente e felicemente coniugato con una vocalità impeccabile di soprano di agilità, poi confermata con altre prove (nell’Arianna a Nasso alla Pergola, ad esempio).
Come detto, questa casa delle bambole, dalla cucina alle soffitte, era anche la rappresentazione lieve ma puntuale di una gerarchia sociale. E allora un bravo speciale spetta ai servitori: al coro del Maggio che fin dall’inizio, e poi nel famoso episodio del lamento comico della servitù (quello del “nipotino guastamestieri”) ha dimostrato una grande bravura anche nella recitazione. Successo magnifico nella sala più grande del teatro, successo raddoppiato il giorno dopo con il concerto diretto da Gatti nell’auditorium, in cui, oltre alla Nobilissima visione di Hindemith (assolutamente da segnalare in questo pezzo il brillante assolo dell’ottavino, Francesco Viola) erano in programma la Trauer-Symphonie Hob. I:44 di Haydn e il wagneriano Incantesimo del Venerdì Santo dal Parsifal, secondo un filo rosso rituale e spirituale risoltosi in una pienezza sinfonica calda e persuasiva. Repliche del Don Pasquale con questo e altro cast 17, 19, 23 e 24 marzo; la recita del 23 vedrà tre giovani dell’Accademia del Maggio, Matteo Mancini, Lorenzo Martelli e Nikoletta Hertsak come Malatesta, Ernesto e Norina.
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