Divertimenti arditi e ostinati
Il nuovo quartetto di Tim Berne a Padova per la prima di Ostinati! 2011
Recensione
jazz
A meno quattro dalla soglia dei sessanta e con trent’anni di carriera alle spalle, Tim Berne non ha ancora smesso di fare quello che da sempre gli riesce meglio: spingersi oltre l’acquisito e rimettere in discussione la propria arte. Ospite al Torresino di Padova per la prima serata dell’edizione 2011 di Ostinati!, il sassofonista newyorchese, che nella città del Santo si esibì per la prima volta nel 1980, ha presentato la sua ultima fantasia: il quartetto Los Totopos, con Oscar Noriega ai clarinetti, Matt Mitchell al pianoforte e il fenomenale Ches Smith alla batteria. Dal punto di vista della scrittura, il repertorio della formazione è quanto di più ardito e complesso ci sia nel catalogo berniano. L’accostamento al Braxton del periodo "Ghost Trance" o all’ultimo Threadgill rende forse l’idea di quel che Los Totopos mettono in scena: musica austera e pulsante, a tratti disturbante e ossessiva nella reiterazione di cellule tematiche altamente dissonanti. Sulle spalle delle ance ricade l’incombenza di stordire e spiazzare, mentre il fulcro delle dinamiche del quartetto è la batteria di Smith, che si occupa di gestire i maestosi crescendo (da togliere il fiato) e di punteggiare ritmicamente il gioco di canti e controcanti ordito da sassofono e clarinetti (un tantino penalizzati dalla scarsa amplificazione). Più ambiguo e sfuggente il ruolo del pianoforte, che a volte funziona da àncora, assecondando il drumming ipercinetico di Smith, altre ancora si diverte ad aggiungere precarietà alla precarietà. Aspettando il debutto su disco (che dovrebbe uscire per la ECM), vien da chiosare con la fulminante battuta di un anonimo spettatore padovano, che alla domanda dell’amico, «Ti è piaciuto?», rispondeva così: «Mi sono divertito, ma non so se mi è piaciuto».
Interpreti: Tim Berne (sax contralto); Oscar Noriega (clarinetto e clarinetto basso); Matt Mitchell (pianoforte); Ches Smith (batteria).
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