Dee Alexander e la sua personalissima black music
A Orvieto una delle più apprezzate interpreti provenienti dalla scena di Chicago
Recensione
jazz
Molto particolare il concerto di Dee Alexander, che si è esibita sul palcoscenico di Umbria Jazz Winter insieme al suo Evolution Ensemble. Presentata come una delle più interessanti voci della nuova scena di Chicago, la cantante statunitense ha potuto spaziare su un repertorio che abbracciava diversi generi, dal blues al soul, animata tuttavia da una curiosità musicale che la portava spesso e volentieri a sperimentare nuove soluzioni vocali e interpretative. Sua complice era l'insolita strumentazione dell'Evolution Ensemble, con gli archi - violino, violoncello e contrabbasso - impegnati a sostenere o a raddoppiare la voce della leader, per realizzare inediti impasti sonori, un caleidoscopio di linee melodiche che si intersecavano e si riallineavano prontamente, dando vita a un risultato che è difficile etichettare secondo le consuete classificazioni del jazz contemporaneo. Dai ritmi latino americani alle atmosfere vagamente tribali, Dee Alexander ha dato prova di eccellenti doti vocali ma anche di estrema fantasia nell'usare queste doti con un fare a dir poco 'strumentale', inserendosi sulle linee del violino o del violoncello, oppure lanciandosi in evoluzioni che potevano anche ricordare quelle di un Bobby McFerrin. Curiosa la collocazione antimeridiana di una simile proposta, forse più adatta a un orario serale se non addirittura notturno, ma il pubblico presente ha comunque sentitamente applaudito il quintetto, con una speciale enfasi per la cantante, per la violoncellista Tomeka Reid e per il contrabbassista Junius Paul.
Note: Umbria Jazz Winter: 30 e 31 dicembre; 1 e 2 gennaio.
Interpreti: Dee Alexander's Evolution Ensemble: Dee Alexander, voce; James Sanders, violino; Tomeka Reid, violoncello; Junius Paul, contrabbasso; Ernie Adams, pecussioni.
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