Al suo primo Parsifal - diretto a Roma in preparazione del suo debutto al festival di Bayreuth - Gatti ne ha dato già un'interpretazione impressionante per padronanza della partitura, profondità ed emozione. Impressionante anche l'autorevolezza con cui è riuscito a coinvolgere orchestra, cori e solisti, portandoli sulla sua stessa lunghezza d'onda.
Quasi una prova generale dell'inaugurazione del prossimo festival di Bayreuth: Daniele Gatti ha voluto infatti dirigere almeno una volta il Parsifal, prima di fare il suo debutto nel tempio wagneriano. Il già totale dominio della sterminata partitura fa pensare che il suo sia stato un eccesso di cautela, ma meglio così. L'unica cosa che poteva far intuire che si trattava d'un debutto era la freschezza primigenia con cui erano vissute la musica e le emozioni di questa "azione scenica sacrale". Non c'era il nebbioso e uniformante misticismo della vecchia scuola wagneriana (nonostante i tempi lentissimi, soprattutto nel primo e terzo atto, che con una durata rispettivamente di 2h05 e 1h30 insidiano lo storico record di Toscanini) ma ogni pagina era proposta con trasparenza di dettagli e vibrante lirismo, che si trattasse del preludio del primo atto, più che mai sospeso ed etereo, o dell'ingresso nella sala del Gral nel terzo, un crescendo di solennità e grandiosità difficilmente eguagliabili. Grande la prova dell'orchestra e del coro, non solo per la precisione ma soprattutto per l'attenzione e la tensione con cui hanno seguito il direttore. Lo stesso può dirsi dei solisti, in particolare di Georg Zeppenfeld: ha voce meno potente del tipico basso wagneriano, ma ha una sublime delicatezza nei dettagli che rende Gurnemanz meno granitico e più lirico, umano, commosso. Ottimo Detlef Roth, ma la sua linea di canto è perfino troppo rotonda e scultorea per i tormenti di Amfortas. Bene Evelyn Herlitius (Kundry) e Lucio Gallo (Klingsor), mentre Simon O'Neill è un Parsifal dalla voce salda ma privo di spiritualità.
Gatti, come se fosse già a Bayreuth, ha cercato di dissuadere gli applausi alla fine dei primi due atti, per raccogliere poi un memorabile trionfo finale.
Note: esecuzione in forma di concerto
Interpreti: Simon O'Neill (Parsifal), Evelyn Herlitzius (Kundry), Detlef Roth (Amfortas), Lucio Gallo (Klingsor), Georg Zeppenfeld (Gurnemanz), Jaco Huijpen (Titurel)
Orchestra: Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia
Direttore: Daniele Gatti
Coro: Coro dell'Accademia di Santa Cecilia e Coro di Voci Bianche dell'Accademia di Santa Cecilia
Maestro Coro: Norbert Balatsch
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista