Cecé Collura, seconda puntata

Prosegue con due operine da camera in un atto la serie dedicata da Rocco Mortelliti e Marco Betta al personaggio creato da Andrea Camilleri

Recensione
classica
Settimana Musicale Senese Siena
Marco Betta
14 Luglio 2003
La prima puntata della serie è Il fantasma nella cabina, che sta ancora girando per i teatri ed è forse l'opera più rappresentata in Italia nel 2003: così Andrea Camilleri, che era già lo scrittore italiano più presente in libreria, tv e cinema, ora lo è anche nei teatri d'opera, grazie alla mediazione di Mortelliti e Betta. Ora è andata in scena la seconda puntata, mentre sono già in preparazione la terza e la quarta. Il principio è quello del serial televisivo, con i piccoli aggiustamenti dovuti alla differenza dei mezzi, senza contare che il commissario Cecè Collura, protagonista di queste opere, compare solo in otto racconti di Camilleri e quindi non se ne potrà fare una serie così lunga come quella televisiva del commissario Montalbano. Quanto al resto, entrambi i prodotti sono ben confezionati, disimpegnati e gradevoli, con la svantaggio che Montalbano ti arriva direttamente a casa, mentre Collura devi uscire per andartelo a vedere in teatro, e ti può capitare di chiederti se ne valeva la pena. Questa seconda puntata è formata in realtà da due opere da camera della durata di un po' più di un'ora l'una, Il mistero del finto cantante e Che fine ha fatto la piccola Irene?: sono due gialli ma il primo è ironico, il secondo la butta sul patetico. Il finto cantante è un miliardario che torna ogni tanto a esibirsi sotto falso nome come intrattenitore sulle navi da crociera, perché ha nostalgia del lavoro che faceva da giovane e anche perché quella è in realtà la sua vera natura: un guitto che usa il parrucchino e le scarpe coi tacchi per mascherare l'incipiente calvizie e la bassa statura, fa giochetti d'illusionismo, racconta barzellette idiote, canta brutte canzoni sentimentali, eppure riesce a conquistare il suo pubblico. Avete indovinato il suo vero nome? Dà l'occasione a Mortellti e Betta di scivere parodie piuttosto divertenti di canzoni alla Gino Paoli, canticcihiate da un irresistibilmente buffo Ugo Dighero. Anche le arie vere e proprie, magari col tradizionale da capo, sbocciano parodisticamente nei momenti più ironici, per esempio in bagno, mentre Collura si fa la barba. La piccola Irene è una bambola che una madre isterica identifica con la figlioletta morta a tre mesi. Qui le arie della madre sono nel genere patetico-pucciniano, alla Liù; forse ci si potrebbe vedere un filo d'ironia ma Denia Mazzola vi si getta sopra con piglio da grande primadonna e le canta a piena voce e con totale adesione sentimentale. Al di là di queste differenze di tono, le due operine sono molto simili, con lunghi parlati inframezzati da canzoni o arie, insomma songs, che si affidano con piena fiducia alla melodia, con risultati molto orecchiabili ma privi di grande personalità. Il genere di rifeimeno è la commedia musicale più che l'opera. Non ci sarebbe niente di male, ma allora dovrebbero avere più ritmo e più glamour, dovrebbero essere più divertenti quando vogliono essere divertenti e più commoventi quando vogliono essere commoventi. L'allestimento funziona benissimo. Regia di Rocco Mortelliti di stampo televisivo, scorrevole e divertente. Scene funzionali di Italo Grassi. Attori buoni, chi più chi meno. Cantanti che cantano bene le loro non difficili parti e che recitano anche bene: nel caso di Luca Canonici (il protagonista) e di Paola Ghigo perfino meglio degli attori, a scorno di chi continua a dire e a scrivere che i cantanti lirici non sanno recitare.

Note: prima esecuzione assoluta. Nella stessa sera sarà eseguito anche il secondo atto unico di Marco Betta tratto dal "Commissario di bordo di Camilleri", dal titolo "Che fine ha fatto la piccola Irene?"

Interpreti: Luca Canonici, Fabio Previati, Leonardo De Lisi, Denia Mazzola, Patrizia Orciani, Paola Ghigo, Ugo Dighero, Castriota, Scanderberg, Cristofaro, Panke, Marascio, Lera, Rotundo, Falleti, Trebian

Regia: Rocco Mortelliti

Scene: Italo Grassi

Costumi: Italo Grassi

Orchestra: Gruppo Strumentale dell'Accademia Chigiana

Direttore: Federico Longo

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