Astratto e figurativo
In scena al Blue Note di Milano il quartetto di Bill Frisell

Recensione
jazz
Dopo “History, Mistery” e “Disfarmer”, i recenti e approfonditi lavori sulla memoria americana, l’infaticabile e poliedrico Bill Frisell è in questi mesi in Europa con il suo 858 Quartet, formazione cameristica che l’eccezionale chitarrista di Baltimora ha costituito nel 2001 quando è stato invitato a comporre musiche ispirate al ciclo di otto quadri “Abstracts Pictures 858” del grande pittore contemporaneo Gerhard Richter. Un connubio decisamente interessante. Da una parte la musica metafisica e trasfigurante di Frisell, a dispetto invece di un timbro inconfondibile e dalle straordinarie proprietà evocative; dall’altra una pittura astratta, quella di Richter, che in realtà offre continui spunti all’immaginazione di ognuno per essere letta in modo figurativo, perché la realtà è interpretazione e il noumeno, la cosa in sé, una chimera irraggiungibile. Per l’858, oggi composto da Hank Roberts al violoncello, Eyvind Kang alla viola e il fidato Ron Miles alla tromba, Frisell continua a scrivere e comporre una raffinata musica di ricerca che ai dettami dello spartito alterna ampi spazi di improvvisazione collettiva e individuale. Sabato sera al Blue Note di Milano il gruppo ha tenuto un concerto ipnotico e delizioso, sfoderando più la propria vena jazzistica che quella contemporanea di matrice euro-colta protagonista in “Richter 858” (Songlines 2002), il cd che documenta il progetto originario. Molti, infatti, nell’intricato nugolo di corde, i momenti dedicati ad una disarticolata rielaborazione dello swing e del primo jazz polifonico, grazie anche alla presenza di Miles, trombettista morbido in grado di tenere insieme la storia del jazz sul proprio strumento, da Harry Sweet Edison a Wadada Leo Smith passando per lo “sciamano elettrico” Miles Davis.
Interpreti: Bill Frisell Quartet "Richter 858" Bill Frisell ? chitarra elettrica ed effetti Hank Roberts ? violoncello Eyvind Kang ? viola Ron Miles ? tromba
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