I fuochi d’artificio di Currentzis

Vivo successo del direttore greco e della sua orchestra musicAeterna al Festival Verdi di Parma

Teodor Currentzis, musicAeterna - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
Teodor Currentzis, musicAeterna - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
Recensione
classica
Parma, Teatro Regio
Festival Verdi - Teodor Currentzis, musicAeterna
12 Ottobre 2024

Se c’è una cosa che appare evidente nel lavoro di Teodor Currentzis è la capacità di plasmare la compagine orchestrale che si trova di fronte attraverso una visione decisamente personale, declinata essenzialmente – e, in un certo senso, al di là del repertorio affrontato – su due parametri: suono e dinamiche. Sia che sia alla guida della Utopia – un’orchestra internazionale e indipendente, fondata nel 2022 senza una sede precisa – sia che si trovi sul podio di musicAeterna – compagine creata nel 2004 con sede a Novosibirsk, in Siberia, e protagonista anche qui a Parma – il segno dell’interprete Currentzis rimane fedele a se stesso.

Teodor Currentzis, musicAeterna - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
Teodor Currentzis, musicAeterna - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)

Un carattere, questo, che è emerso anche in occasione del concerto che ha visto il direttore greco ospite per la prima volta nella città emiliana nell’ambito della XXIV edizione del Festival Verdi. Ora, se è vero che il cartellone di “Ramificazioni” rappresenta una programmazione interna al festival parmigiano che vuole indagare i rimandi verso il passato e i rilanci verso il futuro che si diramando dal tracciato creativo verdiano, quella “libertà” e quella “immaginazione” rievocata nella dichiarazione programmatica di questa rassegna hanno trovato in questo concerto una sorta di sintesi emblematica.

Un’impostazione che è emersa fin dalla Sinfonia de La forza del destino che ha aperto il programma, pagina verdiana tratteggiata attraverso una tensione espressiva che ha legato i rimandi tematici che compongono il discorso musicale attraverso un suono al tempo stesso pregnante e trasparente, capace di adeguarsi ai momenti più tesi e trascinanti così come alle oasi più riflessive con una duttilità sorprendente, restituendo scorci interpretativi non scontati.

Teodor Currentzis, musicAeterna - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
Teodor Currentzis, musicAeterna - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)

Un suono, quello dell’orchestra musicAeterna, che abbiamo ritrovato trasformato nel successivo brano rappresentato dalle Variazioni su un tema rococò op. 33 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, pagina qui segnata da un impasto strumentale colorato da una densità espressiva più misurata ed elegante, particolarmente adatta ad accogliere e dialogare con gli interventi del violoncello solista di Miriam Prandi, capace di ricamare il tema e le otto variazioni con quell’esuberante brillantezza che abbiamo ritrovato anche nei tre bis – da Sollima a Bach – concessi in chiusura della prima parte del concerto.

Miriam Prandi, Teodor Currentzis, musicAeterna - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
Miriam Prandi, Teodor Currentzis, musicAeterna - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)

Assieme al suono, l’aspetto più legato alle dinamiche ci è parso crescere in rilevanza nella lettura della Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dmitrij Šostakovič, brano che il gesto fluido e a tratti marcatamente ricercato di Currentzis ha plasmato attraverso una densità espressiva decisamente originale, capace di sciogliere il sottotitolo di questa pagina – “ Risposta pratica di un compositore a una giusta critica” – in un gioco sottile e intrigante, tra allusioni e provocazioni, percorrendo in sinuoso equilibrio quel crinale tra passato e futuro che innerva il linguaggio musicale con il quale l’autore ha disegnato un’opera attraversata da una inquieta pregnanza personale e politica assieme.

Teodor Currentzis, musicAeterna - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
Teodor Currentzis, musicAeterna - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)

Una lettura che, se ci è parsa un poco meno ispirata del terzo movimento Largo, nel complesso ha dimostrato di funzionare benissimo, anche grazie all’originalità di una pasta sonora innervata da una sorta di ineffabile affinità strumentale che ha entusiasmato il folto pubblico presente il quale, a forza di applausi, ha ottenuto due brani fuori programma tratti dal balletto Romeo e Giulietta di Sergej Sergeevič Prokof'ev, tra i quali ricordiamo la notevole e trascinante lettura della celebre Danza dei cavalieri.

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