“Da violino, invecchiando l’uomo diventa violoncello, e poi contrabbasso: corpo spesso, voce grave e non molto da dire”: è l’evoluzione dell’uomo secondo lo scrittore Gilbert Cesbron. Spiritoso certo, ma molto giusto nel sottolineare la prossimità “organica” con il corpo umano. Del resto, non è forse il violoncello lo strumento più prossimo alla voce umana? Che poi i più gravi fra gli strumenti nella famiglia degli archi abbiano poco da dire, è davvero molto confutabile. Un diritto di tribuna lo offre il Palazzetto Bru Zane che al violoncello consacra l’intero festival di autunno nello scrigno di gemme musicali perdute della propria sede veneziana.
Nei sette concerti e una conferenza di “Passione violoncello” in programma dal 21 settembre al 24 ottobre il Centro di Musica Romantica Francese presenterà una antologia di composizioni per raccontare la storia dell’evoluzione musicale di questo strumento nella musica francese dell’Ottocento. Il secolo romantico ha rappresentato forse l’apice per questo strumento, il cui slancio lirico era del tutto in sintonia con lo spirito romantico, dopo la crescente popolarità e l’evoluzione anche tecnica conosciuta nei due secoli precedenti. In particolare, la conquista del registro acuto conseguente all’evoluzione della posizione del pollice e lo sviluppo del virtuosismo della mano sinistra con l’uso delle doppie corde nella parte del manico più vicina al ponticello, consentirono la progressiva emancipazione dal tradizionale ruolo di accompagnamento a quello di concorrente diretto del violino sul terreno del virtuosismo strumentale.
Sono tre le fasi nelle quali generalmente viene descritta la storia del violoncello in Francia. La prima coincide con la generazione di Jean-Louis Duport (1749-1819), Jean-Baptiste Janson (1742-1803) e Jean-Henri Levasseur (1764-1826), discendenti della scuola di Luigi Boccherini, cui si deve il riscatto dello strumento in chiave virtuosistica. La seconda è segnata dall'eccellenza, con la generazione di Charles-Nicolas Baudiot (1773-1849) e Nicolas-Joseph Platel (1777-1835), raggiunta anche grazie al fiorire di un’abbondante letteratura didattica e alla diffusione del puntale e dell’archetto Tourte. E infine la terza segnata dalla diffusione internazionale dell’arte francese, da tempo considerata punto di riferimento a livello mondiale, grazie al talento di interpreti come Auguste Franchomme (1808-1884), Adrien-François Servais (1807-1866) e Pierre-François- Alexandre Chevillard (1811-1877). Un successo che non rimase chiuso fra le mura delle sale da concerto ma tracimò anche nelle sale d’opera grazie ai frequenti assoli assegnati allo strumento (celebre quello che apre l’Ouverture del Guillaume Tell rossiniano) ma anche a una florida produzione cameristica e pezzo d’occasione per la gioia anche dei frequentatori dei salotti musicali più alla moda.
La pre-inaugurazione in programma il 12 settembre prevede la presentazione dei diversi appuntamenti musicali seguita da un assaggio del ricco menu preparato dai cuochi del Palazzetto Bru Zane: il violoncellista Enrico Graziani accompagnato al pianoforte da Francesco Granata proporrà un programma tutto al femminile aperto dalla Sérénade op. 46 di Mel Bonis, seguito da brani della Sonate pour violoncelle et piano n°1 op. 46 di Louise Farrenc, dai Trois Pièces pour violoncelle et piano di Clémence de Grandval e dai Trois Pièces pour violoncelle et piano di Nadia Boulanger che chiude la serata.
Apertura, come da tradizione, con un weekend dedicato soprattutto a chi è aperto alle riscoperte di composizioni in gran parte dimenticate. Sabato 21 settembre alla vicina Scuola Grande San Giovanni Evangelista con il Quatuor Cambini-Paris (con i violini di Julien Chauvin e Karine Crocquenoy, la viola di Pierre-Éric Nimylowycz e il violoncello Atsushi Sakai) e la violoncellista Marion Martineau. Intitolato “Passione violoncello” il programma propone tre rare composizioni per formazioni insolite, nelle quali il violoncello è ovviamente protagonista: il Quintette avec deux violoncelles n. 1 op. 34 di Charles-Nicolas Baudiot, la Romance pour violoncelle et quatuor à cordes op. 10 di Auguste Franchomme e il Quintette avec deux violoncelles n°1 in mi minore di Théodore Gouvy. L’indomani al Palazzetto Bru Zane in “Violoncelli in coro” Anne Gastinel e Xavier Phillips con i loro allievi Lila Beauchard e Leonardo Capezzali si avventureranno in un territorio musicale abitato da soli violoncelli, anche in quartetto, come nei Trois Pièces pour quatre violoncelles op. 63 di Marie-Joseph Erb, nella Suite sylvestre pour quatre violoncelles di Hélène-Frédérique de Faye-Jozin, nell’Andante religioso pour quatre violoncelles di Florent Schmitt e nel Quatuor pour quatre violoncelles di Jacques Offenbach, il notissimo re dell’operetta ma anche eccellente violoncellista, di cui verrà proposta una selezione di duetti per violoncelli tratti dai suoi Cours méthodiques de duos pour deux violoncelles op. 51, e a conclusione una stravagante trascrizione per quatto violoncelli di Trois Préludes de Frédéric Chopin di Auguste Franchomme.
Il ciclo continua il 25 settembre con il Quatuor Dutilleux con il violoncellista Victor Julien-Laferrière dedicato al “Beethoven francese” (la definizione è di Ignaz Pleyel) ossia George Onslow, di cui verrà proposto il Quintette avec deux violoncelles n. 21 en sol mineur op. 51 a confronto con il Quintette avec deux violoncelles n°3 en ré mineur di Théodore Gouvy.
Formazione più classica invece il 3 ottobre con il violoncello di Yan Levionnois e il pianoforte di Guillaume Bellom che in “Sere straniere” presenteranno Sonate di Léon Boëllmann, Louis Vierne e Albéric Magnard. L’8 ottobre il trio dei violoncelli di Edgar Moreau con i suoi allievi al Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse di Parigi, Gabriel Guignier e Jean-Baptiste de Maria, in “L’arte del violoncello” offrirà un’antologia di composizioni per l’insolita formazione di Fernand de La Tombelle, Max D’Ollone, Félix Battanchon, Auguste Franchomme e Jacques Offenbach. Il 15 ottobre in “Note su misura” ancora un duo violoncello e pianoforte, con Aurélien Pascal e Josquin Otal, sarà impegnato in rarità composte da Camille Chevillard, Louis Dumas, Jean Huré e Charles Lecocq per grandi virtuosi dello strumento come Raymond Marthe, Fernand Pollain e Pablo Casals.
In chiusura di rassegna il 24 ottobre con “Il tempo ritrovato” la violoncellista Miriam Prandi accompagnata dal pianista Gabriele Carcano presenterà un variegato programma di lavori di Claude Debussy, Nadia Boulanger e la sonata di César Franck che, si dice, ispirò a Proust la famosa “Sonata di Vinteuil” citata a più riprese nella Recherche du temps perdu e in particolare nel primo volume Du côté de chez Swann. Oltre al ricco programma musicale, in cartellone anche la conferenza “Storie di musica a palazzo” in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, nella quale Nadia Furlan accompagnerà idealmente nelle sale dei grandi palazzi veneziani e le musiche che le abitarono un tempo fatte rivivere attraverso le lettere di compositori e i diari di celebri viaggiatori.
La voce del violoncello non si spegnerà a Venezia. È in programma, infatti, una serie di altri eventi organizzati dal Palazzetto Bru Zane in collaborazione con altre istituzioni musicali italiane e straniere. Il 30 novembre nella Abbaye aux Dames a Saintes in Francia, la Jeune Orchestre de L’Abbaye presenterà un programma di rarità composte per i violoncellisti più celebri del secolo romantico da Auguste Franchomme, Felix Battanchon, Andre Caplet e Vincent d’Indy, completato dalla Sinfonia in do maggiore di Georges Bizet. Il 23, 24 e 25 gennaio all’Auditorium Parco della Musica il violoncellista Mischa Maisky interpreterà il Concerto per violoncello n. 1 di Camille Saint-Saëns accompagnato dall’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia diretta da Manfred Honeck. il 18 febbraio a Monaco di Baviera cinque violoncellisti della Münchner Rundfunkorchester presenteranno un programma con composizioni per violoncelli in varie formazioni di Auguste Franchomme, Jacques Offenbach, Fernand de La Tombelle e altri. Infine, il 29 aprile all’Auditorium del Musée d’Orsay dopo Venezia torneranno la violoncellista Aurélien Pascal e il pianista Josquin Otal in un concerto che idealmente dialogherà con dipinto Le Violoncelliste Pilet di Edgar Degas conservato nel museo.
Come sempre, prosegue anche l’attività editoriale del Palazzetto Bru Zane con la pubblicazione di nove pezzi per violoncello e orchestra e cinque brani per ensemble di violoncelli, della versione orchestrata da Jacques Gaillard de La Pièce op. 39 di Ernest Chausson, e del Concertstück di Juliette Folville con anticipo di una prossima riscoperta di questa compositrice con la sua composizione più eseguita in vita. Annunciata anche la pubblicazione in CD di concerti dedicati al violoncello romantico, in gran parte inediti, di Franchomme, Ropartz, Dubois, Caplet, Widor, Schmitt e altri. Diversi i solisti impegnati nella registrazione – Stéphanie Huang, Raphaël Merlin, Aurélien Pascal, Xavier Phillips, Astrig Siranossian e Francois Thirault – con l’accompagnamento dell’Orchestra della Radio di Monaco di Baviera e la Filarmonica di Bruxelles dirette da Pierre Dumoussaud e Jean-Marie Zeitouni.