La musica di Respighi e i video di Ancarani

A Santa Cecilia, con Ivan Fischer sul podio, i tre poemi sinfonici romani di Respighi sono stati proposti in una veste nuova e originale

Concerto Respighi
Concerto Respighi
Recensione
classica
Roma, Parco della Musica, Sala Santa Cecilia
Ottorino Respighi e Yuri Ancarani
12 Ottobre 2023 - 14 Ottobre 2023

Nel concerto inaugurale della nuova stagione sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia l’orchestra romana ha eseguito lo stesso programma portato due settimane prima a Budapest per il Bridging Europe Festival, fondato nel 2013 da Ivan Fischer, che ogni anno getta un ponte musicale tra la capitale dell’Ungheria e un’altra città europea. Ma al Parco della Musica c’era una novità: i tre famosissimi poemi sinfonici dedicati da Ottorino Respighi a Roma questa volta erano accompagnati da altrettanti video realizzati da Yuri Ancarani su invito dell’Accademia stessa, in collaborazione con la Festa del Cinema di Roma.

Sarebbe spontaneo pensare che il videoartista ravennate abbia voluto abbinare suoni e immagini, per mostrarci i luoghi di Roma evocati dalla musica descrittiva di Respighi. Troppo banale. Ancarani ha creato tre video totalmente suoi, che non hanno alcun rapporto con i tre poemi sinfonici, almeno di primo acchito, perché poi si comincia a trovarvi qualche aggancio con la musica, dapprima molto labile poi sempre più chiaro. Infatti due pannelli su quattro del primo poema sinfonico in ordine di esecuzione, ovvero Pini di Roma, sono ambientati da Respighi nella Roma imperiale e anche Ancarani rievoca la Roma imperiale, ricorrendo a vecchi film in bianco e nero in stile peplum. Si vedono alcuni spezzoni di quei film ma soprattutto i loro set cinematografici montati a Cinecittà, che rivelano che quello è un mondo finto, un mondo di cartapesta e legno compensato, e che dietro non c’è nulla. Dunque quello di Ancarani è un commento ironico e dissacrante di quel esaltazione di Roma imperiale e delle sue legioni proprio nel 1924, quando chi da un paio di anni governava l’Italia voleva convincere gli italiani – e molti gli hanno creduto – che avrebbe fatto rivivere un impero vecchio di duemila anni.

Seguiva Fontane di Roma del 1916, che è molto diverso dai Pini: una fantasia tardo impressionista su un elemento mutevole qual è l’acqua, di cui Respighi rievoca lo scroscio degli zampilli e le rifrazioni luminose, nella cornice monumentale di famose fontane romane. Anche il video di Ancarani ha per soggetto l’acqua, ma è un’acqua umile e modesta: la pioggia che gocciola dalle foglie degli alberi e bagna i fili d’erba, un ruscello che scorre. Si vede anche una fontana, ma piccola e misera, niente a che vedere con Fontana di Trevi. Dunque l’acqua è protagonista sia della musica che del video, ma anche ora Ancarani spoglia la musica dalla retorica trionfalistica, che questa volta si basa sui fasti della Roma barocca e non della Roma Imperiale.

 Terzo poema sinfonico, Feste romane. Il soggetto svaria dalle feste della Roma antica (Circenses) alle festività religiose cristiane (Il Giubileo), dalle feste popolari (L’Ottobrata) alle feste per i bambini (La Befana). Anche l’ambientazione di questo video è più varia: dalla villa imperiale di Adriano (tra le cui rovine si aggira un cowboy a cavallo, non un buttero ma proprio un cowboy, con tanto di pistola nella fondina) si passa alla Cinecittà attuale con folle di visitatori che si fanno selfie, poi ad altre rovine romane con greggi di pecore (soggetto preferito dai pittori romantici nordeuropei in visita a Roma) e infine appaiono le fontane di Roma più monumentali, che prima ci erano state negate, quando venivano descritte dalla musica. Ma Ancarani riserva un ultimo sberleffo a Respighi, ponendo davanti a quelle fontane alcuni ragazzi che fanno street dance.

Dare un’idea seppure approssimativa dei video di Ancarani ha richiesto un bel po’ di spazio. Ma veniamo ora alla domanda: perché questi video? Sono utili o superflui o dannosi? Intanto sono un modo nuovo di accostarsi a brani ascoltati innumerevoli volte, da cui non ci si attendono più sorprese e di cui magari ci si è anche un po’ stancati. Abbinare alla musica una serie di cartoline turistiche sarebbe stato pleonastico, così invece quel che si vede invita ad un ascolto diverso. Può essere che così la musica di Respighi rischi di essere ‘declassata’ a colonna sonora, ma ormai la musica per il cinema non è più considerata di rango inferiore e non si sminuisce Respighi dicendo che è il progenitore di tanta musica da film, da quella per i peplum a quella di Ennio Morricone e John Williams.

La mia personalissima opinione è che smontare con l’ironia il trionfalismo di Respighi (che non è solo in alcuni soggetti dei suoi poemi sinfonici ma nella sua musica stessa, che è orchestrata meravigliosamente ma nei momenti culminanti ricorre regolarmente al vecchio arnese del fortissimo di tromboni e timpani) lo renda più simpatico. E se ci si accorge che il video ci ha distratto dalla musica, basta chiudere gli occhi per qualche secondo, risintonizzarsi sulla musica e riaprire gli occhi.

Prevedibilmente, soprattutto la prima sera, una non piccola fetta del pubblico non ha gradito e l’ha manifestato rumorosamente. Erano soprattutto gli abbonati. Ma molti hanno applaudito e tra loro alcuni erano sicuramente nuovi ai concerti dell’Accademia, venuti proprio per Ancarani, che può anche essere ignoto ai musicofili ma è una figura di spicco in altri ambienti. E sicuramente c’è un enorme bisogno di allargare il pubblico dei concerti.

L’esecuzione musicale era ottima. Ivan Fischer ha messo in splendida luce tutti colori dell’abbagliante orchestrazione di Respighi e anche i passaggi in cui il suono si fa cupo e aspro, ma non si è tirato indietro di fronte ai momenti più roboanti. L’orchestra ha messo in mostra tutta la potenza e il calore del suo suono, talvolta lasciandosene trasportare eccessivamente.

Due brevi e raccolti brani a cappella di Liszt, anch’essi dedicati a Roma, cantati perfettamente dal coro diretto da Andrea Secchi, inserivano due benefiche pause in una razione così abbondante di fasto sonoro.    

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