I grandi mottetti regali di Michel-Richard de Lalande

Il disco dell’Ensemble Correspondance diretto da Sebastien Daucé

Ensemble Correspondances (foto Bertrand Pichene-CCR Ambronay)
Ensemble Correspondances (foto Bertrand Pichene-CCR Ambronay)
Disco
classica
Ensemble Correspondances
Michel-Richard de Lalande Grands motets
Harmonia Mundi
2022

Quando si pensa alla musica dell’epoca di Luigi XIV e alla ricchezza della vita artistica del suo regno, si pensa immediatamente a Lully che con il suo grande e ambizioso talento riuscì a monopolizzare le attività musicali della corte francese.

Ma fra i compositori della generazione seguente più vicini alla corona, spicca il nome di Michel-Richard de Lalande che fu al suo servizio per oltre quaranta anni.

Dal momento in cui per volontà del re nel 1683 venne bandito un concorso per entrare a far parte della Chapelle Royale, de Lalande progressivamente divenne uno dei musicisti favoriti di Luigi XIV soprattutto nel campo della musica sacra e dei cosiddetti grands motets, dei quali divenne il più importante esponente del suo tempo. La loro esecuzione, che richiede solisti e un doppio coro accompagnati da strumenti musicali, avveniva durante la cosiddetta “messe basse” nella quale il celebrante sussurrava i testi del proprio e dell’ordinario mentre la musica risuonava in tutto il suo splendore. La creazione di un ricco repertorio di grands motets caldeggiata dal sovrano, serviva a dargli lustro e la messa accompagnata da queste musiche era parte del solenne e spettacolare cerimoniale reale quotidiano.

Per questo disco l’eccellente Ensemble Correspondance diretto da Sebastien Daucé ha selezionato tre mottetti del compositore più rappresentativo di questo genere squisitamente francese: il primo è il Dies irae che venne scritto nel 1690 in occasione della morte della delfina Maria Anna Cristina di Baviera, consorte del figlio del Re Sole; il secondo è il Miserere, composto nel 1687 e destinato alla liturgia notturna della Settimana Santa; il terzo Veni creator, del 1684 è l’inno della festa della Pentecoste che veniva intonato anche durante le cerimonie dell’Ordine dello Spirito Santo.

Con la sua grande esperienza e conoscenza della musica del Grand Siècle e con la qualità dei cantanti e degli strumentisti del suo ensemble, Daucé ha messo in luce alcuni degli aspetti più interessanti e rappresentativi della corposa produzione sacra di de Lalande, i cui mottetti risuonarono a lungo nella Chapelle Royale anche dopo la sua scomparsa.

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