Scavando il suono in Bach
Pubblicate in CD le prime due Suite per violoncello di J. S. Bach incise da Sonia Wieder-Atherton

Ultima tappa del percorso di pubblicazione in CD dell’incisione integrale delle Suite per violoncello di Johann Sebastian Bach – con la 3a e la 4a uscite nell’ottobre 2023, mentre la 5a e la 6a sono apparse un anno dopo, nell’ottobre 2024 – questo disco dedicato alle prime due Suite del maestro di Eisenach e pubblicato alla fine dello scorso gennaio completa l’avventura interpretativa della violoncellista franco-americana Sonia Wieder-Atherton.
Quello che emerge fin dalle prime note della celebre prima raccolta in sol maggiore BWV 1007 che apre l’album è il passo morbido e riflessivo – ma assolutamente non attardato – che Sonia Wieder-Atherton imprime alla sua interpretazione. Una lettura nutrita per mezzo di un’indagine sonora rivolta al suo strumento che appare plasmata attraverso un’espressività calda e densa, tracciata con palese e personale consapevolezza, disegnata attraverso un respiro ampio e articolato, che dispiega i diversi movimenti in altrettanti orizzonti espressivi, al tempo medesimo in sé conchiusi e coerenti.
Complice, nella restituzione sonora complessiva, il denso panorama sonoro scaturito dalla rispondenza acustica delle volte del refettorio dei monaci dell’abbazia di Noirlac – monastero cistercense fondato nel 1136 a Bruère-Allichamps, nel dipartimento dello Cher in Francia – luogo nel quale questo album, così come i precedenti, ha visto la sua registrazione nell’ottobre del 2018, offrendo dunque un ampio spettro timbrico e di risonanze, attraversato con elegante personalità dalla violoncellista di San Francisco.
Come evidenzia la stessa Wieder-Atherton «per me, suonare le Suites di Bach è sempre come vedere l’immagine delle mani di Giacometti [Alberto Giacometti, scultore, pittore e incisore svizzero, ndr] che modellano instancabilmente l’argilla finché non appare un volto. […] Affrontare le Suites di Bach è un’esperienza molto vicina a quella. Si tratta di scavare nella corda finché non nasce la frase, così come il giusto modo di farla respirare. […] E poi è arrivato l’incontro con Sarah Moon. Quando è nato il mio desiderio di registrare le Suites di Bach, sognavo le sue immagini. Perché, quando le guardo, immagino la creazione del mondo, la separazione delle acque, l’apparizione della terra, prima che la storia cominci».

Un approccio che si traduce in una lettura musicale riflessiva e pregnante, distillata attraverso la cantabilità generosa e composta al tempo stesso che segna in particolare Prélude, Courante e i due Menuet della prima Suite, o ancora che ritroviamo nel passo misurato e denso che ci accompagna lungo il sentiero meditativo tratteggiato nella Sarabande della seconda Suite in re minore BWV 1008, fino al suo spegnersi nel silenzio della lunga nota finale.