Arie d’opere barocche italiane riscoperte sul dramma d’Amleto

Un disco del Concert de l'Hostel Dieu diretto da Franck-Emmanuel Comte con il soprano Roberta Mameli

Roberta Mameli (foto Richard Dumas)
Roberta Mameli (foto Richard Dumas)
Disco
classica
Roberta Mameli, soprano – Le Concert de l’Hostel Dieu, Franck, Emmanuel Comte direzione
The Ghosts of Hamlet
Arcana
2025

Se Amleto è oramai innanzitutto per tutti il dramma che Shakespeare scrisse all’inizio del Seicento, le vicende del principe danese in versione lirica richiamano invece ai più l’opera Hamlet (1868) di Ambroise Thomas, ed al più, ai conoscitori, anche Amleto (1865) di Franco Faccio su libretto di Arrigo Boito, ma in realtà il soggetto, ispirato alla leggenda del principe Amleto, narrata nelle Gesta Danorum di Saxo Grammaticus, è stato ampiamente trattato anche in periodo barocco. Solo che i lavori settecenteschi, in gran parte sul libretto Ambleto di Apostolo Zeno e Pietro Pariati, sono perduti o arrivati a noi incompleti. In parte oggi recentemente rinvenuti in diverse biblioteche italiane, dal musicologo Paolo Vittorio Montanari che, oltre ad essere assistente alla direzione artistica al Teatro Massimo di Palermo, si dedica pure al lavoro di ricerca e in passato ha già riscoperto e ricostituito pure la partitura dell’intermezzo “La finta schiava” (1754) di Francisco Javier García Fajer, detto "lo Spagnoletto".

Stavolta Montanari ha ritrovato frammenti inediti di Domenico Scarlatti, Francesco Gasparini, Giuseppe Carcani e di Handel che hanno permesso di concepire al Concert de l'Hostel Dieu un originale CD, etichetta Arcana/Outhere, con prefazione critica dello stesso Montanari, presentato lo scorso febbraio in prima mondiale a Lione, alla Chapelle de la Trinité, sede dell’ensemble di musica barocca nato nel 1992 a Lione per volontà del clavicembalista e direttore d'orchestra Franck-Emmanuel Comte con l’obiettivo di dedicarsi a progetti originali di ricerca, come questo, ed esplorare nuove strade con confronti anche con altre tradizioni. L’album Hamlet's Ghosts propone un viaggio musicale nel Settecento attraverso frammenti di opere rare o inedite, arie e sinfonie, disposte in modo da dare corpo all'universo tormentato di Amleto. Le arie vedono protagoniste Amleto, ruolo che al tempo era affidato a soprani o a castrati, ma anche esprimono il sentire dei due personaggi femminili centrali nella vita del principe: la romantica fidanzata Veremonda (Ofelia in Shakespeare) e la tormentata madre Gerilda (Gertrude), quest’ultima combattuta tra l'amore per il figlio e quella per il nuovo marito freddo e infedele. Unica voce per impersonare tutti i caratteri, quella del soprano Roberta Mameli, precisa e raffinata interprete, dalla voce sensuale e agile.

Arie alcune brillanti, altre languide, sempre molto espressive ed affascinanti, filo conduttore la direzione del clavicembalo di Franck-Emmanuel Comte che ben esalta in ogni brano la varietà d’affetti proposti in una sequenza sapientemente calibrata di temi e tempi, di pezzi vocali e strumentali. Il disco si apre così con il vivace e sostenuto “Son sdegnato (e son geloso)” dall’Ambleto di Carcani scritto a Venezia nel 1742, per cambiare subito registro con il lamentevole “Nella mia sfortunata prigionia”, aria di Veremonda, del precedente Ambleto di Gasparini presentato sempre a Venezia nel 1705. Gasparini fu il primo a musicare il dramma per il teatro San Cassiano e al suo lavoro fu adattato in un pasticcio a Londra da Nicolò Grimaldi, nel 1712, con arie di diversi compositori, tra cui Händel. Dopo una sinfonia di Johann Adolfe Hasse in tre movimenti (op.5 n. 6), il disco continua proponendo proprio le londinesi arie di Gerilda “Ti indegno sei dell’allor” di Handel  e, più avanti, anche “D’ire armato il braccio forte” di Carlo Francesco Pollaro  e l’ouverture di Gasparini dell’Hamlet. Il dramma sarà rin seguito ancora ipreso da Domenico Scarlatti nel 1715 a Roma e ne abbiamo un esempio nella sua versione della già citata aria “Nella mia sfortunata prigionia”, uno dei brani più belli del cd insieme all’aria di Amleto “Segui ad amar costante” di Carcani. L’album combina il piacere della scoperta con quello dell’alta qualità dell’esecuzione con l’ensemble che risponde alla sapiente direzione di Franck-Emmanuel Comte con sensibilità, compattezza ed eleganza, ben esprimendo sia i colori più vividi che le sfumature più delicate. Le arie perdute rivivono con tutta la grazia e la sensualità del soprano Roberta Mameli, dai vocalizzi e ornamentazioni preziosi, acuti luminosi, note centrali piene e vellutate, delicate mezze voci, fiati lunghi e fraseggio sempre assai accurato dimostrando ottima padronanza del suo mezzo vocale. Dopo i primi concerti di presentazione in Francia e Belgio, è adesso in corso la tournée negli Stati Uniti e in Canada, per poi tornare in Europa.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

PODCAST | Early Music Stories #108

Thélème canta Cage, Dowland e Sting

Paolo Scarnecchia
classica

I canti della Corsica secondo Ravel

Il nuovo disco del mezzosoprano Éléonore Pancrazi fa riscoprire i canti della Corsica orchestrati da Ravel ventenne

Alma Torretta
classica

La maturità vocale del controtenore Carlo Vistoli

Lezione di canto, con il Vivaldi sacro

Marco Beghelli