La maturità vocale del controtenore Carlo Vistoli

Lezione di canto, con il Vivaldi sacro

Carlo Vistoli (foto Nicola Allegri)
Carlo Vistoli (foto Nicola Allegri)
Disco
classica
Carlo Vistoli, Akademie für alte Musik Berlin
Vivaldi, Sacro furore
Harmonia Mundi
2024

Carlo Vistoli inaugura la sua collaborazione con l’etichetta discografica Harmonia Mundi confezionando un CD vivaldiano di altissimo livello artistico, accompagnato superbamente dalla Akademie für alte Musik di Berlino diretta da Georg Kallweit. Si susseguono, in alternanza, tre ampie composizioni sacre per voce e archi (il salmo Nisi Dominus RV 608, la sequenza Stabat Mater RV 621, il mottetto In furore iustissimæ iræ RV 626, trasposto dall’originale tonalità sopranile) e tre composizioni strumentali per archi (Concerto il Sol minore RV 157, Sinfonia in Si minore Al Santo Sepolcro RV 169, Concerto Madrigalesco in Re minore RV 129). Registrazione del luglio 2023 a Berlino.

Nell’attuale proliferazione di controtenori, Vistoli ha assunto in pochi anni una posizione di vera supremazia artistica. Fra gli italiani, almeno, credo che nessuna voce di falsettista possa oggi eguagliarne la qualità timbrica e la perfezione tecnica. All’ascolto, la sua non è una voce “falsa”, non è una voce “effeminata”: è una voce vera in tutta la sua pienezza, né maschile, né femminile, né falsettata. L’emissione è infatti del tutto spontanea, il timbro non ha nulla di artificiale e tramuta di colore con naturalezza passando dalle note gravi alle note acute, senza gradini, senza distacchi. L’intonazione è poi perfetta, con ogni collocata nella sua giusta posizione, senza mai una sbavatura. La dizione è chiarissima, superiore alla media della dizione femminile. L’agilità è sgranata, ma senza quella sgradevole (e stilisticamente antistorica) aspirazione prima di ogni nota che affligge pure cantanti famosi, quando premettono un’acca ad ogni singola vocale del vocalizzo rapido (ha-ha-ha-ha): l’agilità vorticosa di Vistoli si basa piuttosto su un leggero martellamento di ogni nota, come fanno gli stessi violini che lo accompagnano, producendo così un effetto di eroismo, di ardimento, di nobiltà che ben si addice anche a molti testi sacri.

Fra tanto splendore nel canto acrobatico, il momento più alto di questo CD finisce comunque per risultare alla fin fine il versetto «Cum dederit dilectis suis» del Nisi Dominus, in ritmo di lenta siciliana, dove si apprezza un perfetto maneggio del passaggio di registro intorno al Re (zona dolente per tanti suoi colleghi) e una gestione impeccabile dei fiati lunghi lunghi, con messe di voce esibite senza esagerazioni e trilli sicuri.

Un raffronto con il suo primissimo disco (le Arias for Nicolino del 2015) mostra senza mezzi termini quanto la voce di Vistoli sia maturata in otto anni, acquisendo una piena personalità timbrica ed espressiva, una rotondità e uno spessore ottimali. Particolarmente significativi gli esiti attuali nel settore grave, ripetutamente esposto nel contraltile Stabat Mater di Vivaldi, specie se messi a confronto con le arie di Marziano dalla Salustia di Pergolesi presentate in quell’antologia d’esordio. Si prospetta dunque un futuro artistico di grande interesse. Per il 2025 è annunciato un nuovo disco di duetti italiani insieme al collega controtenore Hugh Cutting, diretto da William Christie; e sarà allora il trionfo del Becanto barocco.

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