Wet Leg, elogio della sedia a sdraio
L'esordio del duo Wet Leg era molto atteso in UK, e non ha deluso
Wet Leg, disco d’esordio dell’omonimo duo britannico, è stato uno dei dischi più attesi degli ultimi tempi e su cui la stampa inglese si è scatenata. Il risultato non delude: quello che abbiamo tra le mani è un album divertente, surreale, a volte “stupido”, di una leggerezza che contrasta con la pesantezza del tempo attuale.
«Abbiamo dato inizio alla band per divertimento e poiché lavoravamo entrambe a tempo pieno ci abbiamo messo davvero poco a scegliere il nome Wet Leg: fondamentalmente è successo dopo aver premuto sui simboli della pioggia e di una gamba sulla tastiera degli emoji. Stavamo facendo un gioco in cui creavamo nomi di gruppi da combinazioni differenti di emoji: è uscita fuori gamba bagnata ed è rimasta quella. Penso che ci sia piaciuto perché è un nome così stupido per un gruppo. È un buon promemoria per non prenderci troppo sul serio. Durante il primo incontro, quello che sarebbe diventato il nostro manager ci chiese di considerare un cambio di nome, ma noi fummo irremovibili: avevamo fiducia nel nostro cattivo gusto». Così Rhian Teasdale, fondatrice con Hester Chambers del duo Wet Leg, la cosa più importante ad aver lasciato l’isola di Wight dopo l’hovercraft.
Le Wet Leg sono uscite dal nulla da un giorno all’altro quando, nel giugno del 2021, furono messe sotto contratto dall’etichetta Domino. Quando Rhian Teasdale e Hester Chambers, accompagnate da Henry Holmes alla batteria, Ellis Durand al basso e Joshua Omead Mobarak alla chitarra e tastiere, pubblicarono il loro primo singolo “Chaise Longue”, la canzone diventò un successo immediato, anche grazie al video dove le due musiciste compaiono come due amish birichine cantando il ritornello «on the chaise longue all day long».
«Ehi tu, sì tu in prima fila, verrai nel backstage dopo il concerto? Sai, ho una sedia a sdraio nel mio camerino e una confezione di birre tiepide che possiamo scolarci» - Chaise Longue
Dopo “Chaise Longue” il gruppo ha messo sul mercato altri cinque singoli prima della pubblicazione dell’album: “Angelica,” “Wet Dream,” “Too Late Now,” “Oh No,” e “Ur Mum”, tutti inclusi in Wet Leg, un lavoro all’altezza dell’hype che l’ha preceduto.
«Ero nel tuo sogno bagnato mentre ero alla guida della mia auto, ti ho visto sul lato della strada, nessun altro nei paraggi, ti stai toccando, ti stai toccando, e poi hai detto: “Piccola, vuoi venire a casa con me? Ho il DVD di Buffalo ‘66”» - "Wet Dream"
Rhian Teasdale è indubbiamente un’autrice dotata, una di quelle capaci senza problemi a catturare quelle emozioni difficili da esprimere con parole. Prendiamo “I Don’t Wanna Go Out”, che descrive perfettamente quel punto tra i 25 e i 30 anni, quando sei troppo giovane per abbandonare le tue aspirazioni ma, allo stesso tempo, ti senti già stanco e scoraggiato: «Era così divertente, ora invece tutto sembra solamente banale. Vorrei che me ne fregasse qualcosa, ho quasi 28 anni e sono ancora stupidamente strafatta, un fottuto incubo, lo so che dovrebbe fregarmene ma al momento non ce la faccio».
Un altro esempio è l’irresistibile “Piece of Shit”: «Tu dici che sono misteriosa perché non ti farò mai entrare nel mio intimo (…), tu dici di essere un genio, io dico che non è possibile che tu dica sul serio, tu sei come un pezzo di merda, o affondi o galleggi, e allora porti lei a fare un giro sulla barca del tuo paparino e no, non sei innamorato “ma ci vai vicino”, dici che pensi a me mentre la scopi» – e la cosa che colpisce è che i testi più duri si accompagnano alle musiche più gentili, generando un contrasto assoluto.
E che dire della scorretta “Ur Mum” che si chiude con «mi sono esercitata per il mio urlo più lungo e più forte, ok, ci siamo, uno-due-tre AHHHHHHHHHHH!», accompagnata come al solito da un video buffo e divertente?
Fin dal loro inizio Teasdale e Chambers si sono concentrate sul divertimento e un senso di umorismo asciutto è rintracciabile lungo tutto l’album: «Volevo scrivere canzoni divertenti, non volevo assecondare troppo i sentimenti tristi, volevo scrivere cose che fossero divertenti da ascoltare e da suonare», rivela Rhian, «ma poi arriva anche la tristezza».
Wet Leg è musica triste per gente da party, e musica da party per persone tristi. È catartico e gioioso, punk e trasandato ma, lo ripeto, divertente: «In origine Wet Leg doveva solo essere divertente. In quanto donna, hai molta pressione addosso, quasi come se il tuo valore si misurasse solo su quanto tu sia bella o cool. Ma a noi piace essere sciocche e un po’ maleducate. Vogliamo scrivere canzoni che le persone possano ballare. E vogliamo che le persone si divertano, anche se non può essere sempre possibile».
E in ultima analisi, come si fa a resistere ad Angelica che va a una festa portando le lasagne ma non vuole seguire nessuno su Instagram né ascoltare le band messe in piedi da alcuni dei presenti e che non sa perché non se n’è ancora andata?
Come diceva Cindy Lauper, girls just want to have fun.