Transmission, l’anima ebraica di Edgar Moreau

Nel nuovo disco Erato, il giovane violoncellista francese approfondisce il repertorio della tradizione ebraica

Edgar Moreau
Edgar Moreau
Disco
classica
Edgar Moreau – Orchestra Sinfonica di Lucerna – Michael Sanderling
Transmission
Erato
2022

A pochi giorni dalle celebrazioni della Giornata della Memoria esce Transmission, il nuovo disco del giovane violoncellista Edgar Moreau che riunisce opere per violoncello e orchestra connesse alla tradizione ebraica, registrate insieme all’Orchestra Sinfonica di Lucerna guidata dal suo direttore principale Michael Sanderling. Un lavoro intimo, attraverso il quale il musicista francese mette in evidenza i punti di riferimento della sua brillante carriera, per riflettere sulle proprie radici, sui valori culturali e spirituali della sua famiglia, rievocandoli attraverso la musica.

È il violoncellista stesso ad annunciare il suo credo durante l’incontro di presentazione del disco tenuto via zoom dal suo appartamento parigino: la madre, traduttrice ebraico-francese di origine polacca, ha vissuto l’infanzia a Gerusalemme, mentre il padre, antiquario francese, gli ha fatto scoprire il violoncello, strumento che gli consentirà di vincere il Concorso Rostropovich a soli quindici anni, prima di conquistare il secondo posto al Tchaikovsky di Mosca due anni più tardi.

Dopo aver registrato il grande repertorio classico in sei dischi editi dall’etichetta Erato, della quale Moreau è artista esclusivo dal 2013, in questo settimo lavoro (non a caso un numero dal forte valore simbolico per la cultura ebraica) il violoncellista si dedica a una letteratura più ricercata, sin troppo costretta al servizio di eventi celebrativi, nel tentativo di liberarla definitivamente da un recinto così stretto per offrirle nuova vita.

Il lavoro si apre con la raccolta From Jewish Life di Ernst Bloch, tre pezzi scritti nel 1924 su imitazione del canto ebraico sacro, qui interpretati da Moreau con grande partecipazione e profonda intensità. Del compositore svizzero trova spazio anche Schelomo, la Rapsodia ebraica scritta due anni più tardi in piena guerra ed eseguita a New York dove Bloch si stabilì definitivamente. Negli Stati Uniti troverà asilo anche Erich Wolfgang Korngold, maggiormente conosciuto per l’opera teatrale Die tote Stadt, e qui presente con il Concerto per violoncello (1946), nato da una costola della colonna sonora del film Il prezzo dell’inganno che Korngold scrisse l’anno precedente. Oltre a Kol Nidrei, l’Adagio che Max Bruch compose su una serie di motivi ebraici (1881), il disco si chiude con le Deux mélodies hébraïques di Ravel, unico pezzo che Moreau ha dovuto aggiungere al suo ricco repertorio, adattando di proprio pugno il capolavoro di Ravel per violoncello.

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