Folkest, le geografie del Premio Cesa

Presentiamo i sei finalisti del Premio "Alberto Cesa" 2021 di Folkest, a Spilimbergo dal 19 al 23 agosto

Premio Cesa Folkest 2021
Musica Spiccia, vincitori del Premio Alberto Cesa 2020
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Comincia Folkest, il decano dei festival “folk” italiani – ma da anni ha orientato le orecchie anche ad altri generi, ed è ormai un “festival di tutte le musiche”: sono oltre 50 gli appuntamenti dal 5 al 23 agosto (ne abbiamo parlato qui).

Tra i progetti più interessanti che Folkest porta avanti c’è il Premio “Alberto Cesa”, dedicato al cantante e musicista piemontese e «pensato per valorizzare tutta quella musica che sappia dare voce a una o più radici culturali di qualsiasi parte del mondo», come spiegano gli organizzatori.

Il Premio Cesa è pensato per valorizzare tutta quella musica che sappia dare voce a una o più radici culturali di qualsiasi parte del mondo.

Negli ultimi anni il Premio Cesa ha saputo raccontare la varietà della scena italiana, e si sta affermando come uno degli appuntamenti fissi per valutare lo “stato dell’arte” delle musiche folk-world nel nostro paese, in una geografia che tiene insieme la canzone in dialetto con la musica celtica, il sound mediterraneo con la canzone d'autore.

Il 2020 aveva visto la vittoria di Musica Spiccia. In attesa delle fasi finali, che si terranno a Spilimbergo dal 19 al 23 agosto, vi raccontiamo i partecipanti.

Le iscrizioni alla prossima edizione sono aperte fino al 31 ottobre.

Ajde Zora

I veneti – ma con una cantante serba, Milica Polignano –  Ajde Zora esistono dal 2012, e si dedicano alla riproposizione delle musiche balcaniche e gitane dell’Est Europa, tra ballate, danze e canzoni.

Djelem do Mar – Fabia Salvucci & Sara Marini

Le due cantanti Fabia Salvucci – dalla provincia di Frosinone – e Sara Marini – con radici in Umbria e Sardegna – si sono inventate questo viaggio interculturale (djelem significa proprio “viaggio” in lingua romanì), cantando in portoghese, basco, greco, yiddish… fino alle molte lingue e dialetti italiani.

Sara Marini – Torrendeadomo

Sara Marini sarà al Premio Cesa anche con un altro progetto: Torrendeadomo  lega insieme le sue due “case” Sardegna e Umbria – da cui il titolo, “ritorno a casa” in sardo – in una affascinante reinvenzione creativa, culminata nell’ottimo disco con lo stesso titolo (uscito nel 2020 per Radici Music e finalista alle Targhe Tenco per il miglior album in dialetto). Nel gruppo che l’accompagna spicca Goffredo degli Esposti ai fiati.

Fragment

Attivi dal 2015 e capitanati dal cantante e plettrista Ariele Cartocci (che alterna bouzouki irlandese alla chitarra, sia classica sia elettrica) i Fragment propongono una fusion celtica, rileggendo brani e suoni da Irlanda, Bretagna, Scozia…

Mattanza

Mimmo Martino ha fondato i Mattanza nel 1997, ma prima ha approfondito – per oltre due decenni dalla fine degli anni Settanta – la musica della sua Calabria, con il Gruppo di Ricerca Popolare Tommaso Campanella e con i Folklub. In un misto di italiano, calabrese, greco-calabro e arabo, i Mattanza vogliono raccontare il loro territorio e i suoi legami con il Mediterraneo. Da poco è uscito il nuovo album Magnolia.

Miriam Foresti

Cantautrice a cavallo tra folk acustico e blues-jazz, romana ma cresciuta all’Aquila, Miriam Foresti si è trasferita da qualche anno a Udine, debuttando nel 2018 con il primo album. Il suo recente A Soul With No Footprint (Isola Tobia Label), dedicato a Nick Drake, è stato inserito nella cinquina delle Targhe Tenco come miglior disco di interprete.

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