Sguardi sulla musica, da Hoffmann a Mozart

Il libri di Carla Moreni, Benedetta Saglietti e Clemency Burton-Hill propongono tre diversi sguardi sulla musica

E.T.A. Hoffmann
E.T.A. Hoffmann
Articolo
classica

Per il mese di marzo 2021, il giornale della musica aderisce – insieme a decine di riviste, portali web e radio in Europa – all’iniziativa #womentothefore dello Europe Jazz Network, a favore della progressiva parità di genere nelle musiche creative.

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Raccontare la musica, lo sappiamo, può essere un esercizio declinato attraverso dimensioni le più differenti. Qui propongo tre sguardi racchiusi nelle pagine di altrettante pubblicazioni che trovano nelle autrici Carla Moreni, Benedetta Saglietti e Clemency Burton-Hill altrettante differenti sensibilità, accomunate da una qualità di scrittura che diviene, sfogliando via via queste pagine, puro piacere di lettura.

Partiamo dal volume Musica a specchio. I maestri raccontati dai maestri (Il Sole 24 Ore 2020, pp. IX-126), una raccolta di agili doppi ritratti tratteggiati grazie al connubio interprete-autore, assemblata da Carla Moreni. Docente al Conservatorio di Como e firma famigliare ai lettori del domenicale de “Il Sole 24 Ore” – del quale è titolare per la critica musicale dal 2000 – attivamente impegnata, quindi, nell’esercizio di una critica militante che la pone in contatto diretto con il variegato tessuto della produzione di musica classica del nostro Paese e non solo, Moreni ci propone qui una sorta di giuoco da equilibrista.

Carla Moreni, musica a specchio

Come annota nella sua postfazione, «le dieci storie di Musica a specchio hanno un sentiero di partenza molto stretto: ogni interprete sceglie un compositore, in stretto legame, e guardandolo si racconta». Così dieci interpreti sono chiamati a raccontare altrettanti compositori, in una specie di rimando incrociato il cui risultato restituito dallo specchio (appunto) del racconto diviene per il lettore ora confortante conferma ora inattesa sorpresa. Le dieci coppie proposte sono rappresentate da Francesco Cera e Girolamo Frescobaldi, András Schiff e Johann Sebastian Bach, Riccardo Muti e Wolfgang Amadeus Mozart, Salvatore Accardo e Niccolò Paganini, Zubin Mehta e Franz Schubert, Maurizio Pollini e Frederic Chopin, Roberto Abbado e Giuseppe Verdi, Antonio Pappano e Giacomo Puccini, per finire con Daniele Gatti e Gustav Mahler. Un percorso completato dalle illustrazioni di Guido Scarabottolo, dalla prefazione di Francesco Micheli e da suggerimenti d'ascolto raccolti in una playlist curata dalla stessa Moreni e accessibile dall’app Spotify.

Un viaggio anche molto variegato – si veda, solo per fare un esempio, il differente approccio di Muti con Mozart e di Gatti con Mahler – raccontato attraverso le impressioni personali di interpreti celebrati sui palcoscenici di tutto il mondo, ma che in queste pagine restituiscono una personale – a tratti anche intima – lettura dei compositori posti al centro del loro racconto. Ancora con le parole di Moreni, regista e demiurga di questo giuoco di rimandi incrociati, «il sentiero stretto si allarga, si dirama, e una quantità imprevedibile di nomi entra nel gioco dello specchio. Nomi di altri musicisti, affratellati sulla medesima scia del sentire musicale. Nomi delle composizioni, così numerosi a volte che alla fine della lettura del racconto sembra di aver compreso come non mai il compositore, in un’alta lezione di storia della musica».

Dal tracciato per così dire polifonico di Carla Moreni, passiamo al confronto in qualche modo vis-à-vis che Benedetta Saglietti ha intessuto con Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, tutto incentrato su una pagina oggi celeberrima di Ludwig van Beethoven, compositore del quale da poco si sono celebrati i 250 anni dalla nascita. Nel suo La quinta sinfonia di Beethoven recensita da E.T.A. Hoffmann (Donzelli 2020, pp. VIII-112) l’autrice – attiva come storica della musica, traduttrice, esperta di comunicazione digitale, critica e saggista – si siede idealmente al fianco di un E.T.A. Hoffmann intento a leggere al pianoforte la riduzione dell’opera beethoveniana pubblicata da Breitkopf & Härtel di Lipsia, gli stessi editori di quella “Allgemeine musikalische Zeitung” che ospiterà, nel 1810, la recensione dello stesso Hoffmann, a quasi due anni dalla prima esecuzione della Quinta sinfonia.

Saglietti Hoffmann

Saglietti offre una ricostruzione certosina di una pagina di critica musicale celebre nel nostro Paese più per fama che per conoscenza effettiva: «curiosamente – annota l’autrice – non è mai stata tradotta in italiano nella sua forma integrale e quasi nessuno se n’è accorto […]». Ecco quindi l’obiettivo primario di questo lavoro: «offrire un’inedita traduzione della recensione di Hoffmann, insieme ad alcuni strumenti per interpretarla, ponendo a confronto la prima versione apparsa sulla [“Allgemeine musikalische Zeitung”] e la sua più tarda sintesi dello stesso Hoffmann contenuta nella raccolta Kreisleriana».

Un percorso di indagine coinvolgente non solo per gli appassionati di “critica musicale” – ammesso che ne esistano… – ma per gli amanti in generale della musica di Beethoven che possono trovare in queste pagine stimolanti spunti di approfondimento. Come scrive ancora l’autrice, la recensione dello scrittore tedesco «ha due volti: nella prima sezione vibra lo stesso spirito romanticamente ispirato che animerà il futuro autore dei racconti musicali, nella seconda parte del lavoro egli affina un proprio linguaggio tecnico per descrivere la struttura e le caratteristiche musicali della composizione». Suggestioni che da sole valgono la lettura di questo libro piccolo nel formato ma ricco e denso nel contenuto, un concentrato di informazioni e rimandi arricchito dal dialogo tra Benedetta Saglietti e Riccardo Muti, altro “discorso a due” che introduce questo prezioso lavoro.

Di segno ancora diverso si presenta il libro di Clemency Burton-Hill titolato Un anno con Mozart (Neri Pozza 2020, pp. 458), vero e proprio diario di viaggio che ci accompagna, giorno dopo giorno, in una sorta di rito quotidiano dedicato all’ascolto musicale. Giornalista radiofonica della BBC Radio 3, editorialista di musica classica per BBC Culture, collaboratrice di testate quali “Observer” e “The Guardian”, oltre che violinista, Burton-Hill è capace di trascinare il lettore pagina dopo pagina con l’entusiasmo dell’appassionata divulgatrice, dote tanto rara quanto preziosa in questo tempo di continui stimoli informativi e innumerevoli occasioni di approfondimento culturale. «Quello che intendo fare – scrive l’autrice nella sua introduzione – è tendere la mano a chi pensa che il mondo della musica classica sia una festa alla quale non è stato invitato. Voglio aprire questo tesoro immenso di ricchezze musicali suggerendo un brano al giorno da ascoltare per un anno; inserendolo in un contesto, raccontando qualche aneddoto sul compositore, e ricordandovi che quella musica è stata creata da una persona in carne e ossa, che probabilmente condivideva molte delle vostre preoccupazioni, che desiderava esprimersi e lo ha fatto usando una particolare successione di note musicali».

«Quello che intendo fare è tendere la mano a chi pensa che il mondo della musica classica sia una festa alla quale non è stato invitato».

Un approccio, per così dire, “empatico” che emerge bene dalla successione di diversi suggerimenti di ascolto, una sequenza che attraversa un anno intero che inizia con un Bach liturgico il primo giorno di gennaio e termina stappando lo champagne insieme a Strauss il 31 dicembre. In mezzo una girandola che mescola nomi, opere, stili ed epoche le più differenti: da Agnus Dei di Charlotte Bray e Nocturne di Lili Boulanger che incontriamo in febbraio, a In the month of March di Toru Takemitsu e Ambre di Nils Frahm suggeriti per marzo; o ancora da Ride Through di Eleanor Alberga a If ye love me di Thomas Tallis di agosto, a Légende di Henryk Wieniawski a Elevazione di Domenico Zipoli rievocati in ottobre. Non mancano naturalmente i nomi più celebri – i Verdi, i Monteverdi, i Wagner, i Glass, gli Stravinskij, i Puccini, e così via – tutti sparpagliati in un tragitto a zig-zag che ci porta a conoscere le forme della musica classica per come si sono evolute nel periodo medioevale, rinascimentale, barocco, classico, romantico e moderno, fino ai giorni nostri.

Un anno con Mozart - Burton-Hill

Pagine utili e stimolanti, quindi, che evidenziano inoltre un elemento importante, rammentato dalla stessa autrice: «È fondamentale ricordare che la musica non esiste sotto vuoto: ha bisogno di ascoltatori, pubblico, testimoni per vivere, per essere ascoltata, per suscitare emozioni».

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