Così venne descritto Handel nella fase delle prove dell’opera ispirata dall’Orlando Furioso di Ariosto rappresentata a Londra nel 1735 nel Royal Theatre di Covent Garden. Le parole della sua ammiratrice, la nobildonna Mary Granville, si rivelarono profetiche perché il dramma per musica ebbe molto successo e a distanza di quasi trecento anni il successo si ripete perché Alcina è una delle opere più rappresentate del compositore tedesco naturalizzato inglese, e alla fine di marzo è stata messa in scena per la prima volta nel Teatro dell’Opera di Roma con l’Orchestra e il Coro diretti da Rinaldo Alessandrini e la regia di Pierre Audi.
Il libretto anonimo deriva in realtà da quello di Antonio Falzaglia del 1727 musicato da Riccardo Broschi, e racconta le vicende della maga seduttrice che attirava i guerrieri nella sua isola incantata trasformandoli in alberi, animali, fiumi e rocce, ma che alla fine non riuscì a trattenere il paladino Ruggiero, del quale si era innamorata perdendo così i suoi poteri magici. Tra gli interpreti della prima londinese nel ruolo dei due protagonisti risaltano i nomi di due grandi virtuosi, il soprano Anna Maria Strada e Giovanni Carestini, rivale del celebre Farinelli. Nel cast della messa in scena dell’Opera di Roma i sette ruoli del dramma per musica sono stati affidati a Mariangela Sicilia (Alcina), Carlo Vistoli / Tamar Ugrekhelidze (Ruggiero), Caterina Piva (Bradamante), Anthony Gregory (Oronte), Mary Bevan (Morgana), Silvia Frigato (Oberto) e Francesco Salvadori (Melisso).

Nella prima parte del podcast Rinaldo Alessandrini inquadra Alcina nel contesto più generale dell’epoca della sua composizione e dello stile musicale operistico di Handel, mentre nella seconda e terza parte il soprano Mariangela Sicilia e il controtenore Carlo Vistoli delineano il carattere dei loro rispettivi ruoli, sottolineando alcuni degli aspetti musicali più significativi della grande varietà di arie presenti in questa raffinata e affascinante opera.