Il tema dell’educazione musicale nella prima infanzia, quando «il bambino gioca con i suoni, modula in modo creativo le sue esplorazioni vocali, crea cantilene, rime e “file di parole”» rimane di strettissima attualità nel mondo di oggi, in cui – da un lato – l’accesso a ogni tipo di musica e di contenuto sonoro è facilissimo anche per i più piccoli, tramite devices come smartphone e tablet (ad esempio: andrebbe avviata una serie riflessione sul fatto che il video più visto in assoluto su YouTube, con oltre 8 miliardi di views, sia la “Baby Shark Dance”); e – dall’altro – in cui processi culturali di lungo corso che spesso riassumiamo con il termine “globalizzazione” hanno eroso una serie di pratiche e repertori diffusi oralmente che proprio all’infanzia spesso si rivolgevano e si rivolgono (ninna nanne, conte, cantilene…).
È dunque interessante segnalare questa bella pubblicazione a cura di Cecilia Pizzorno e Ester Seritti, con le illustrazioni di Giulia Orecchia: Canti dal mondo. Viaggio musicale alla scoperta dei popoli (Curci Young, libro + playlist online, 19€). La serietà del progetto è garantita, oltre che dalla preparazione delle due autrici (da tempo attive nella didattica e nella pedagogia musicale) dai brevi contributi critici a commento del lavoro, firmati da studiosi come Pino Boero, Costantino Panza, Serena Facci, Anna Maria Freschi e Maddalena Patella.
Canti dal mondo offre dunque un “viaggio” in 11 canzoni alla scoperta delle diversità musicali, dei popoli e delle culture del pianeta. Si va dagli Stati Uniti (“Skip to My Lou”) al Brasile (“Samba Lelê”), dall’Australia (“Waltzing Matilda”) alla Grecia (“Milìtsa”) fino all’Italia (o meglio alla Toscana) con “Mosca e Mora”. Di ogni canzone si riportano il testo originale e la traduzione, ma è evidente che il plus del progetto è la possibilità di ascoltare i brani online, sulla app di Curci o da browser, apprendendoli e cantandoli insieme con bambini e bambine anche con l’idea di ricercare quella «trasmissione orale offerta dalla famiglia» che «assume un prezioso valore affettivo», come scrive Serena Facci nel suo commento. Di ogni brano si offre sia la versione cantata (da interpreti madrelingua) sia la base su cui cimentarsi, con l’esplicito invito a «giocare con il linguaggio, variando e inventando testi nuovi» (insomma, oltre il modello-karaoke).
Completano l’offerta altri 9 brani strumentali, disponibili online, che arricchiscono la ricognizione offrendo un percorso attraverso i secoli, da Medioevo (un “Saltarello”) al Novecento (“I Got Rhythm”), passando per lo pseudo-Rossini del “Duetto buffo di due gatti”. Sono questi brani «da ascoltare», «senza indicazioni di lavoro né supporto di immagini»: anche questa competenza è da affinare nel bambino perché, spiegano ancora le autrici, «il piacere di un ascolto libero suscita emozioni e suggerisce interpretazioni motorie, azioni mimiche e drammatizzazioni».
Tutti i brani sono eseguiti con strumenti d’epoca, nel caso dei brani d’ascolto, o più in generale acustici, spesso autocostruiti, sotto la direzione di Daniele Poli (noto anche per il bel progetto di folk revival toscano Tuscae Gentes).
Insomma, un libro da “giocare” insieme. Utile in special modo di questi tempi, in cui di viaggiare per il mondo non se ne parla, e in cui la fondamentale socializzazione infantile – che è bene ricordarlo, passa spesso attraverso il suono – è fortemente limitata dalla temporanea chiusura di scuole e asili.