Le suite "inglesi" di Bach secondo Zanzu
Paolo Zanzu incide le Suites per clavicembalo dette anglaises
Basterebbe ascoltare anche un solo movimento di queste Suites “anglaises” clavicembalistiche per comprendere quel meraviglioso equilibrio tra l’eleganza e la grazia della musica francese e la profondità filosofica del pensiero musicale contrappuntistico di natura germanica e cogliere la grandezza di J.S. Bach e la sua capacità di sintesi.
Nonostante il loro nome, queste suites non hanno nulla di inglese, ma sono state così definite per via dalla annotazione manoscritta “fait pour les Anglois” segnata sulla copia redatta dal figlio del compositore, Johann Christian, e anzi presentano un carattere italiano nei preludi che introducono ognuna delle sei composizioni. La loro architettura è basata sulla sequenza tradizionale di allemande, courante, sarabande e gigue, ma prima di quest’ultima è sempre presente una galanteria tripartita diversa, che include danze come bourrée, gavotte, menuet e passepied.
La musica di Bach appare spesso fuori dal tempo, dunque universale nel vero senso della parola, e la vivida interpretazione di Paolo Zanzu riesce a mettere in risalto il carattere individuale di ciascuna danza attraverso ogni minimo particolare di questa opera che è espressione di una musicalità assoluta. Con un diapason a 405 Hz il cembalo moderno ispirato a uno strumento storico coevo di Bach, appartenente alla scuola di Gottfried Silbermann, contribuisce a esaltare la varietà di accenti e di idee che abbondano in questa raccolta dal carattere unitario, messo in evidenza dalla energica interpretazione del clavicembalista italiano residente in Francia. Scritte quasi certamente a Köthen, tra altri celebri capolavori di musica strumentale bachiana, queste suite sono il distillato della cultura musicale barocca nel quale il carattere mondano delle danze si sublima in una dimensione di gioiosa speculazione sonora, con un elaborato virtuosismo mai fine a se stesso.