L'enigma di Johannes de Lymburgia
Le Miroir de Musique diretto da Baptiste Romain raccoglie le composizioni del musicista attivo a Padova
Tra i numerosi musici franco fiamminghi che operarono in Italia, figura anche il nome di Johannes de Lymburgia. La sua produzione musicale prevalentemente di carattere sacro e devozionale è raccolta nel manoscritto Q.15 compilato tra Padova e Vicenza e oggi conservato presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna.Si tratta di una delle più importanti antologie di musica polifonica del primo Quattrocento, e con le sue oltre trecento composizioni di circa cinquanta autori è un prezioso testimone dell’arte musicale dell’epoca. Non si conosce quasi nulla del cantore che fu attivo a Vicenza, come lascia intendere un passaggio di un documento del vescovo veneto Pietro Emiliani del 1431, ma la sua musica rivela a tratti qualità degne dei suoi più illustri colleghi, e per certi versi fa pensare sia a Ciconia che a Dufay, come fosse il naturale passaggio tra le due differenti generazioni e fra la tarda Ars Nova e la nuova polifonia degli oltremontani.
Nel testo di presentazione del disco Baptiste Romain, direttore dell’ensemble Le Miroir de Musique, definisce il nome di Johannes de Lymburgia un enigma, per via di un cantore omonimo attivo nella città di Liegi, ma che si tratti o no della stessa persona il mottetto Gaude felix Padua testimonia la sua presenza anche a Padova. Oltre ad essere composto da eccellenti musicisti, l’ensemble si distingue anche per la capacità di esplorare zone d’ombra della storia della musica proponendo programmi musicali originali.