La XIX edizione del Festival Pergolesi Spontini vede per la prima volta alla sua direzione un compositore, Cristian Carrara, classe 1977, considerato tra i più brillanti della sua generazione, autore di musica sinfonica e cameristica ma anche di opere destinate al teatro musicale e alla televisione. Carrara succede nell’incarico a Vincenzo De Vivo, giunto a fine mandato nel dicembre 2018.
Se alcune caratteristiche del Festival, quest'anno dal 31 agosto al 29 settembre, restano le stesse – si pensi ad esempio alla sua natura itinerante, volta a valorizzare luoghi naturali e artistici di Jesi e del territorio circostante – per altri versi non mancano le innovazioni. Pur rispettando l’assunto da cui nasce la manifestazione, e quindi l’omaggio ai due compositori, anima gli eventi una nuova attenzione a coinvolgere pubblici e gusti differenti, la preferenza per le piazze e per i luoghi all’aperto e un interesse particolare a rileggere la musica della tradizione attraverso una chiave contemporanea.
Inaugura il Festival la prima assoluta della versione italiana di Aucassin et Nicolette di Mario Castelnuovo Tedesco, cantafavola del XII secolo per una voce, qualche strumento e qualche marionetta, con la direzione di Flavio Emilio Scogna sul podio del Time Machine Ensemble, regia di Paul-Émile Fourny, scene di Benito Leonori, light designer Ludovico Gobbi, voci dei soprani Chiara Ersilia Trapani e Evgenia Chislova, voce del mezzosoprano Martina Rinaldi, per una coproduzione con Opéra-Théâtre de Metz Métropole.
«Scritta nel 1938 – spiega Carrara – pochi mesi prima della partenza per gli Stati Uniti del compositore, a seguito delle leggi razziali, l’opera fu messa in scena nella versione originale in francese per la prima volta solamente nel 1952, al teatro del Maggio Fiorentino. Ne esiste poi una versione in inglese, rappresentata a Beverly Hills. Quella che proporremo a Jesi è quindi la terza esecuzione e la prima in italiano di quest’opera, che Castelnuovo-Tedesco dedicò alla moglie e che considerava una delle composizioni meglio riuscite. Aucassin e Nicolette narra una storia d’amore, presenta un linguaggio musicale raffinato ma accessibile a tutti, ed è per questo il simbolo del Festival, che presenterà concerti e spettacoli di qualità, ma per tutti».
Come si declina il titolo del Festival, Futuro. Infinito, negli eventi che vengono proposti?
«Se si presta attenzione, tra le due parole c’è un punto. L’infinito non fa riferimento solo a una dimensione spazio-temporale, l’infinito sta nell’uomo: è un invito a pensarsi più in là del presente. Così diversi appuntamenti condurranno la musica classica nel tempo contemporaneo anche attraverso l’incontro con altri linguaggi e altre discipline; in questo modo la musica guadagna senso e diventa essa stessa occasione di riflessione sul senso delle cose. Il Festival si snoda per target, in modo da incontrare più categorie di pubblico, diverse per età, gusti e sensibilità».
Cantafavola, musical, social opera, concerti dal barocco al classico, dal jazz ai confini del pop, poesia, danza, filosofia, arte, visual design, clownerie, astronomia, narrazione, mapping, robotica, enogastronomia. Tutto ciò dentro un Festival, che vuole essere “per tutti”.
Tra i 28 eventi programmati diverse nuove commissioni, come A riveder le stelle, concerto con musica pianistica nel parco di Colle Celeste a Maiolati Spontini, in compagnia dell’astrofisico Gianluca Masi che guiderà il pubblico nell’esplorazione delle costellazioni; Una nuova stagione, con i Solisti Aquilani, che proporranno le notissime Stagioni di Vivaldi arricchite dalle suggestioni di quattro video mapping; Baroque reloaded. Cantate de l’espace-temps in coproduzione con La Pietà de’ Turchini, in cui la musica barocca viene “riletta” attraverso l’accostamento all’elettronica e a suggestioni video; Opera!, in collaborazione con Casa Musicale Sonzogno e diretta da Beatrice Venezi, in cui verranno presentate alcune celebri arie d’opera “riscritte” da compositori contemporanei; e Pianetti Experience, suggestivo percorso musicale dal Cinquecento all’Ottocento pensato all’interno della Pinacoteca Civica attraverso un’istallazione con musica dal vivo, light design e opere d’arte.
Altro appuntamento particolare è quello dedicato alla robotica, in una sfida tra interprete umano e perfezione tecnica della macchina, con Roberto Prosseda VS Teo Tronico, un robot dotato di 53 dita, in grado di riprodurre qualsiasi file MIDI su un normale pianoforte acustico, di eseguire le partiture letteralmente o replicare interpretazioni di grandi pianisti, tratte dai rulli di pianola.
Per gli appassionati di musica barocca da non perdere è il concerto Passione barocca. La furia e l’estasi, con Gemma Bertagnolli interprete della vetrina di affetti espressi in musica dalle arie di Pergolesi, Händel, Bach, Vivaldi.
Questi solo gli appuntamenti più particolari; gli altri spaziano dalle suggestioni leopardiane (E come il vento, per i 200 anni dalla scrittura dell’Infinito), al musical, con Into the woods, al connubio tra le delizie dell’udito (con arie d’opera ispirate ai temi dell’amore, della gelosia e della frivolezza) e quelle del palato con la degustazione di vini locali e molto altro ancora, il tutto privilegiando l’ascolto della musica attraverso la mediazione di altri linguaggi.
Il Festival è davvero per tutti: per le famiglie, con i laboratori di animazione musicale per bambini dai 4 ai 7 anni e di “prove di strumento” per i più grandicelli, gratuiti e organizzati in modo da lasciare mamma e papà liberi di andare ai concerti; per i diversamente abili, con Social Opera, progetto a cura della Compagnia OperaH che lavora da anni nel territorio e che quest’anno propone un lavoro su Carmen di Bizet; per le associazioni e scuole musicali del territorio, che saranno protagoniste del concerto di chiusura del Festival.