Bantou Mentale, la Parigi-Kinshasa di Doctor L

Bantou Mentale, il nuovo progetto del producer Liam Farrell, sarà in Italia in estate per le aperture del Jova Beach Party di Jovanotti

Doctor L - Bantou Mentale
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Liam Farrell, artisticamente conosciuto come Doctor L, irlandese di nascita, parigino d’adozione, attualmente residente a Dakar, è da sempre innamorato della musica proveniente dall’Africa centro-orientale; dopo un periodo di silenzio conseguente alla fine dell’avventura coi Mbongwana Star,eccolo ricomparire con Bantou Mentale, un nuovo progetto in compagnia di Cubain Kabeya, Chicco Katembo e Apocalypse, tre musicisti congolesi di stanza a Parigi.

«Non è tanto un suono di Kinshasa quanto piuttosto un nuovo suono globale».

Recentemente i quattro hanno pubblicato per l’etichetta Glitterbeat Records No Romance, un EP con cinque canzoni: l’energia di Kinshasa (undici milioni d’abitanti, terza città più popolosa del continente africano) incontra i suoni cavernosi di Parigi, una miscela di sonorità distorte, elettronica incalzante e ritmi destinata a ribaltare i dancefloor più attenti alle nuove sonorità. Come dice Cubain Kabeya, «non è tanto un suono di Kinshasa quanto piuttosto un nuovo suono globale». Ce n’è abbastanza per contattare Doctor L per saperne di più.

Tutto bene, Liam?

«Sì, a parte il fatto che a Parigi c’è un caldo insopportabile».

Probabilmente non ti ricordi ma c’incontrammo quattro anni fa prima del concerto torinese dei Mbongwana Star.

«Sbagli, mi ricordo perfettamente, fu un concerto strano, uno dei primi in Europa dopo l’uscita di From Kinshasa. Purtroppo il gruppo non è durato perché c’erano persone interessate a manipolarci; il disco era potente, anche i nostri concerti erano potenti, ma in definitiva il gruppo non veniva fuori da un ambiente artistico. Per crescere bisogna lavorare ma gli altri erano più interessati ad afferrare subito ciò che veniva proposto. Non ti nascondo che continuo a ricevere telefonate con richieste di aiuto economico o di collaborazione artistica dagli altri membri del gruppo, alle quali rispondo regolarmente “Andate a quel paese”. Il manager ci aveva portati al Coachella, loro erano convinti di essere arrivati e di fare i soldi; i soldi, sempre lo stesso vecchio problema… Vabbé, è andata, è stata comunque un’esperienza e ho imparato delle cose».

Adesso hai un nuovo progetto, Bantou Mentale. È uscito un EP, No Romance, e te lo dico in tutta franchezza: è pura dinamite.

«Grazie. Un conto è lavorare a un disco, voglio dire nel senso di farlo come va fatto, un altro è avere un gruppo e suonare dal vivo. Questa volta ho dei compagni che vivono a Parigi così abbiamo risolto il problema dei visti: non sai quante volte in passato mi sono scontrato con questo problema, “Dai, venite in Europa, abbiamo una serie di concerti”, “Bello ma non abbiamo il visto”, “Fuck!” [non lo traduco, non voglio perdere l’efficacia dell’originale]».

«Hai visto i video? Quello del brano che dà il titolo all’EP contiene molte immagini prese dai tg italiani. L’ho girato in fretta, con pochissimi mezzi, ma volevo che le immagini aggiungessero credibilità alla musica e alle parole. In questo disco ho suonato di tutto, fregandomene degli arrangiamenti, dei trucchi che si usano in sala di registrazione: stiamo puntando a una sorta di minimalismo. Poi, è chiaro, un conto è il disco e un altro è il concerto dal vivo, un misto altamente energetico di high life, rumba congolese, elettronica e altro ancora. Il suono del disco è più rock rispetto a quello dei Mbongwana Star, è più stiloso, abbiamo un batterista che sa il fatto suo. È  un concept europeo aperto alle più svariate influenze.

Mi piace molto il suono della chitarra, sfacciatamente psichedelico.

«In Ghana e in Nigeria ci sono ancora molti appassionati di afro-rock, le chitarre continuano a piacere. Una cosa che mi affascina è suonare con ragazzi che non conoscono molti musicisti. Capisci cosa voglio dire? A Kinshasa trovi dei ragazzi super cool che se la tirano un casino ma sanno suonare sempre e solo le stesse tre note, se gli chiedi di fare altro non lo sanno fare. Li trovo terribilmente noiosi, non m’interessano. Voglio fare una musica essenziale ma che non sia noiosa».

Tra non molto suonerete in Italia, fate parte degli artisti selezionati da Jovanotti per il suo tour “Jova Beach Party”.

«Sì, suoneremo due o tre date, non so ancora bene perché la comunicazione ci è arrivata questa mattina e l’ho letta di sfuggita. Non abbiamo fatto molti concerti finora, ne abbiamo uno giusto stasera qui a Parigi, infatti sto approfittando di una pausa delle prove per parlare con te. Stiamo mettendo insieme le cose, non è facile, ma saremo pronti».

L’album uscirà a ottobre, giusto?

«Sì, anche se l’abbiamo terminato prima di registrare No Romance. Mio fratello minore ha lavorato sulle immagini, lui fa queste strane cose robotiche mettendoci dentro anche la politica. [Ride] Detto così sembra una porcheria ma è bravo».

Doctor L - Bantou Mentale

Un’ultima domanda: perché questo nome, Bantou Mentale?

«È semplice: in Congo ci sono i Bantou, quelli alti, e i Pigmei, quelli bassi. Con questo nome vogliamo trasmettere un’idea di libertà, di energia, come il punk anche se la musica non è punk. Gli altri tre del gruppo vivono a Château Rouge, il cuore africano nel XVIII arrondissement di Parigi, un posto rock’n’roll, i bar pieni di gente che non fa niente ma è informatissima su cosa succede a Kinshasa, tutti conoscono gli ultimi film, tutti conoscono i Kokoko! [ascoltate Fongola, il loro album d’esordio uscito in questi giorni], sono molto più popolari di quanto lo fossero i Mbongwana Star. Noi eravamo bravi ma è andata come è andata, c’est la vie. In ogni caso Apocalypse è un cantante eccezionale, ha una voce totalmente sincera. Dai, raggiungo gli altri, le prove devono andare avanti, abbi cura di te».

No Romance contiene almeno tre killer, tre brani di quelli che creano le crepe nel dancefloor: “Clando”, “Mama Ho” e “United Blood”. Aspettando quella di domani, questa è la musica di oggi, globale, diretta, irresistibile.

Bantou Mentale sarà in concerto all’Area Eventi Lungomare di Vasto il 17 agosto e alla Spiaggia Muraglione di Viareggio il 31 agosto, all’interno “Jova Beach Party”.

Un ringraziamento particolare a Magali Berardo dell’agenzia Musicalista e a Ira Kolbezen dell’etichetta Glitterbeat Records per la loro preziosa collaborazione.

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