Se Korngold rifà l’operetta 

Esce in cd Das Lied der Liebe, rifacimento di Erich Wolfgang Korngold di un’operetta di Johann Strauss figlio 

Erich Wolfgang Korngold
Erich Wolfgang Korngold
Disco
classica
Erich Wolfgang Korngold
Das Lied der Liebe
Rondeau Production GmbH
2018

«Sono contrario a tutti gli arrangiamenti. Da artista creativo non potrei difendere altre posizioni. C’è ovviamente una differenza fra arrangiare un celebre e inalterabile frutto della letteratura operistica e attualizzare operette, composte originariamente per un piacere immediato, per avvicinarle al gusto del pubblico contemporaneo. Tuttavia, esiste una verità per tutte le composizioni: la volontà del loro creatore. Infondere in esse solo questo e nient’altro». 

Così scriveva Erich Wofgang Korngold negli anni del dorato esilio negli Stati Uniti, il paese che aveva aperto le porte a quell’artista in fuga dall’Austria nazificata. Talento precoce della composizione riconosciuto dai grandi numi tutelari della musica della Vienna della Secessione da Gustav Mahler e Alexander Zemlinsky, conosce il successo già a 13 anni con il balletto Der Schneemann (Il pupazzo di neve) eseguito all’Opera di Corte di Vienna e, poco dopo, con le prime opere Violanta e Der Ring des Polykrates (L’anello di Policrate) dirette da un gigante come Bruno Walter.

A 23 anni, arriva il più grande successo di Korngold, Die tote Stadt (La città morta) ma già nel 1927 l’accoglienza tiepida dell’ambiziosa Das Wunder der Heliane (Il miracolo di Heliane) fece parlare di gusto datato, mentre Vienna guardava con interesse agli sperimentalismi iconoclasti di Schoenberg e Berg. Ma arrivò il nazismo che spense con la violenza quelle voci “degenerate” e quindi la fuga dell’“ultimo dei romantici” a Hollywood che, chiusa la pagina dei gloriosi albori del muto, lo acclamava per i sontuosi accompagnamenti musicali dei blockbuster della nuova era del sonoro. 

Da ultimo esponente della grande civiltà musicale viennese ma anche per affinità di gusto, a Korngold non era certo estranea la grande tradizione dell’operetta viennese, che frequentò regolarmente lungo tutto l’arco della sua parabola creativa come direttore e anche arrangiatore, malgrado la dichiarata riluttanza.

Un cd di fresca uscita per Rondeau Production con Deutschlandfunk Kultur, Bayerischer Rundfunk e Mitteldeutscher Rundfunk documenta questa dimensione meno nota della multiforme attività di Korngold attraverso la prima registrazione assoluta con i complessi della Musikalische Komödie di Lipsia di Das Lied der Liebe, arrangiamento e aggiornamento dell’operetta Das Spitzentuch der Königin (Il fazzoletto di pizzo della Regina) di Johann Strauss figlio.

Quando nel 1925 Adele Strauss, vedova del principe dell’operetta viennese, chiede al compositore di dare una nuova vita a un lavoro vecchio di cinquant’anni, Korngold vantava già una certa esperienza. Nel 1923 aveva rimesso le mani sulla celebre Eine Nacht in Venedig (Una notte a Venezia), cui seguì anche l’adattamento di Cagliostro in Wien, di Rosen aus Florida di Leo Fall (che a Lipsia la Musikalische Komödie riproporrà in gennaio) e La belle Helène di Jacques Offenbach. E nel 1929 sarà una nuova versione del Fledermaus (Il pipistrello) a far incontrare Korngold con Max Reinhardt, l’uomo che nel 1934 lo chiamò nella fabbrica dei sogni di Hollywood per adattare le musiche di Mendelssohn al suo Sogno di una notte di mezza estate cinematografico. 

Korngold accetta la proposta di Adele Strauss mentre è nel pieno della tormentata composizione della Heliane e tergiversa fino a quando l’editore Schott lo mette alle strette. Korngold conserva le infallibili melodie straussiane, aggiunge anche qualche valzer straussiano per dare colore, ma soprattutto aggiorna l’orchestrazione (ma nemmeno troppo) in sintonia con i gusti contemporanei. Soprattutto, con la complicità del librettista Ludwig Herzer, sceglie un nuovo titolo più accattivante, Das Lied der Liebe (La canzone dell’amore), e sposta l’azione dal Portogallo del 1580 alla corte viennese del 1910 con fatui aristocratici in fregola e affogati in debiti di gioco, i classici scambi di persona da commedia e un tocco di esotismo ungherese come nei lavori di Lehár o Kalmán.

La prima al Metropol Theater di Berlino nel Natale del 1931 con il divo Richard Tauber è un enorme successo e ben 17 teatri la riprendono a breve. Lo stesso Tauber inserisce alcuni dei suoi numeri musicali nei suoi recital in giro per il mondo, “Du bist mein Traum” fra tutte. Poi i tempi cambiano e con loro i gusti del pubblico e di questa operetta come di moltissime altre non si parla più. Almeno fino a questa registrazione effettuata lo scorso giugno nella Bethanien Kirche di Lipsia. L’orchestra è quella della Musikalische Komödie, interfaccia leggera dell’Opera di Lipsia e da decenni presidio dell’operetta di lingua tedesca. In questa edizione i dialoghi originali sono sostituiti dal racconto delle vicende attraverso la voce di Cusch Jung ma la musica invece c’è tutta ed è diretta con nostalgico abbandono da Stefan Klingele. Inappuntabile il cast vocale, anche quello in forze alla Musikalische Komödie, con l’ardente Adam Sanchez protagonista, Lilli Wünscher la sua partner e i brillanti comprimari Andreas Reiner, Laura Scherwitzl, Mirjam Neururer e Hinrich Horn.

Unico appunto negativo l’essenzialità delle note informative e l’assenza del libretto, un ostacolo alla fruizione nel pubblico non di lingua tedesca. 

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