Orliński, un cd sulla Napoli del settecento
Il primo disco solistico del giovane controtenore polacco Jakub Józef Orliński si concentra sulla scuola musicale partenopea
Sfuggendo alla tentazione di inanellare una ridondante sequenza di famose arie barocche tese a mostrare l’agilità, la musicalità e l’omogeneità della sua bella voce, il controtenore polacco Jakub Józef Orliński, coadiuvato dalle ricerche di Yannis François, ha scelto una strada completamente diversa per il primo disco solistico che conferma le sue eccellenti doti vocali, rivolgendosi prevalentemente alla miniera della scuola napoletana e privilegiando musiche inedite.
Fra queste spiccano i due mottetti Confitebor tibi domine e Tam non splendet sol creatus di Nicola Fago, detto "il Tarantino", compositore pugliese che si trasferì a Napoli dove studiò con Francesco Provenzale nel conservatorio della Pietà dei Turchini, divenendone il "mastricello", per poi prendere il suo posto prima di divenire maestro di cappella del Tesoro di San Gennaro e successivamente di San Giacomo degli Spagnoli. Semi-inedita anche la splendida aria dell’oratorio Il Faraone sommerso, "Alla gente mia diletta", che brilla come brano iniziale del disco e che rimane impressa per la sua straordinaria soavità. Anche le altre musiche degli autori della scuola napoletana figurano come inedite e comprendono il "Laudamus te" dalla Messa a 5 voci in fa maggiore di Domenico Sarro, il "Juste Judex ultionis" dal Dies irae di Francesco Feo, l’aria "L’agnelletta timidetta" dall’oratorio Maria Vergine al Calvario di Gaetano Maria Schiassi, e il "Domine Fili unigenite" dalla Messa a 5 voci in do maggiore di Francesco Durante.
Anche se non inedite, le musiche dei tedeschi Heinichen e Hasse, del boemo Zelenka, e del catalano Terradellas, scelte per affiancare quelle della scuola partenopea, sono tutte legate alla tradizione italiana, come è il caso della lunghissima aria "S’una sol lagrima" tratta dal Gesù al Calvario, che Zelenka definì un «componimento sacro» e che fu originariamente interpretata da Niccolò Pozzi, attivo alla corte di Dresda come il compositore; o della trascinante "Mea tormenta, properate!" dal Sanctus Petrus et Sancta Maria Magdalena di Hasse del 1758, che dal punto di vista cronologico conclude questo intenso e suggestivo percorso nella musica sacra e devozionale della prima metà del Settecento.
La giovane orchestra Il Pomo D’Oro, diretta negli ultimi due anni da Maxim Emelyanychev, nelle precedenti incisioni discografiche ha già accompagnato diversi cantanti, tra i quali tre affermati controtenori, e anche in questo caso si dimostra un’ottima sponda per il talento emergente di Orliński, che pur essendo noto per le sue abilità di breakdancer in genere sulla scena lascia che sia soltanto la sua voce a compiere acrobazie.