Il "caso Hindemith" secondo Marek Janowski
Il direttore di origine polacca, alla guida dell’Orchestra di Colonia, interpreta alcuni lavori sinfonici di Paul Hindemith
Nella storia della musica del Novecento la figura di Paul Hindemith si mostra ingiustificatamente al pari di una meteora, al punto da spingere un fine pensatore della statura di Sergio Sablich ad ipotizzare un vero e proprio “caso Hindemith”.
Personalità dirompente sul versante della produzione musicale, estesa agli ambiti più diversi, quanto scomoda agli occhi del regime nazista, parte della sua produzione torna oggi a rinnovare l’esiguo numero di dischi riposti alla lettera H degli scaffali dei negozi più forniti, con una novità dell’etichetta Pentatone, intitolata semplicemente Hindemith.
Al contrario di quanto si è portati a pensare, il disco mina il pregiudizio che tende a rinviare l’intera sua produzione a una presunta indole aggressiva, con due lavori orchestrali direttamente ispirati dalla danza e dalla pittura. Così lo stupore derivato dalla visione degli affreschi di Giotto avvicinò Hindemith al coreografo Léonide Massine, entrambi a Firenze, per pensare a un balletto sulle vicende di San Francesco d’Assisi. La Nobilissima visione di questo disco corrisponde alla Suite orchestrale elaborata dal balletto dopo la rappresentazione del 1938 al Covent Garden di Londra. Una soluzione che condensa alcuni numeri del balletto in tre movimenti di preziosa grazia e raffinatezza espressiva, eseguita in prima assoluta alla Fenice di Venezia in occasione della VI edizione della Biennale Musica, mentre il balletto venne presentato in Italia l’anno successivo, proprio al Maggio Fiorentino.
Di un destino opposto si colora la genesi delle Metamorfosi sinfoniche su temi di Carl Maria von Weber, inizialmente suggerita dal coreografo sotto forma di balletto durante un incontro dell’esilio americano, per concretizzarsi poi nel 1943 in una partitura sinfonia.
In entrambi i lavori, Hindemith sfrutta il vasto organico strumentale per ottenere un’infinità di sonorità sottili, rarefatte, spesso al limite della trasparenza. Un modo di operare particolarmente evidente nella calda liricità dell’Introduzione della Nobilissima visione, per esaltarsi nel guizzo timbrico, quanto ritmico, degli interventi solistici nella successiva Marcia, così come nelle atmosfere sospese ispirate dai temi di Weber nello Scherzo delle Metamorphosis, prima di addensarsi in giganteschi blocchi coloristici che sembrano derivare dalla più alta applicazione dell’arte della variazione.
A capo dell’Orchestra Sinfonica di Colonia, Marek Janowski coglie così lo spirito del compositore, sovrastando le vette più impervie in termini di equilibri sonori. Lo dimostra nel denso discorso polifonico della Konzertmusik, in cui l’orchestra d’archi incontra quella degli ottoni al servizio della più pura e sorprendente cantabilità. Ecco come la frequentazione di un’intera vita musicale con l’opera di Brahms, Wagner e Bruckner, cui quella di Hindemith si inserisce come la più naturale continuità, diviene strumento indispensabile nell’indicare a Janowski la via da percorrere alla ricerca di questo straordinario musicista.
WDR Symphony Orchestra
Direttore: Marek Janowski
Symphonic Metamorphosis of Themes by Carl Maria von Weber (1944)
Nobilissima Visione (Suite) (1938)
Concert Music for Strings and Brass (‘’Boston Symphony’’), Op. 50 (1931)