Machaut à l'anglaise
Un altro capitolo dell'opera di Machaut incisa dall'Orlando Consort per Hyperion
Questo è il quarto disco che l’ensemble vocale inglese The Orlando Consort dedica a Machaut nella prospettiva di registrarne l’opera completa, colmando così la lacuna della mancanza di una edizione integrale delle musiche di uno dei più affascinati e complessi artisti del Trecento francese.
Dopo Songs from le Voir Dit, The Dart of Love e A Burning Heart – pubblicati fra il 2013 e il 2016 – con Sovereign Beauty l'Orlando Consort mette a segno un altro importante tassello dell’arte poetica e musicale del maestro di Reims, che per la maggior parte raccoglie quelle che si ritengono composizioni giovanili. Fra queste risalta la forma generalmente monodica del virelai, che Machaut amava denominare "chanson balladée" e che aveva la funzione di raffinato intrattenimento cortese. Con il suo andamento prevalentemente sillabico quasi declamatorio e una spiccata dimensione ritmica è quello che tra le forme fisse mantenne l'originaria dimensione coreutica, e fu il genere di canzone probabilmente prediletto dalla figlia del re di Boemia, nel lungo periodo in cui l'artista fu al servizio della Casata di Lussemburgo.
Fra i quattro virelais presenti in questa registrazione, è incluso anche l'unico esempio a tre voci scritto da Machaut, "Très bonne et belle", nel quale i versi che esaltano le virtù della figura femminile sono sostenuti da un tenor e un contratenor privi di testo che contrappuntano la melodia del cantus. I tre virelais monodici consentono di ascoltare individualmente le voci di baritono, tenore e controtenore di Donald Greig, di Angus Smith e del giovane Matthew Venner, che ha iniziato la sua carriera di cantante nella Abbazia di Westminster e che ora è cantore nella cattedrale di Saint Paul, mentre l'altro tenore dell'ensemble, Mark Dobell, è sempre presente nella tessitura polifonica di questo quartetto di virtuosi impegnati in questa meravigliosa impresa.
La rosa delle undici composizioni presenti in questo disco comprende anche due ballades a due voci e una a quattro, "Se quanque Amours", dalla polifonia ricca di originali ornamentazioni vocali, un rondeau e un lai a due voci, e due mottetti a tre. Questi ultimi sono i brani meno interessanti sia dal punto di vista compositivo che interpretativo, mentre il lungo lai posto a conclusione del disco, "Pour ce que plus proprement", attribuito al compositore, è una affascinante narrazione nella quale sono reiterate le immagini e le allegorie della retorica amorosa di cui Machaut è sublime maestro.