Rick Wakeman, inimitabile in bianco e nero
Il musicista in piano solo strega il pubblico romano, e preannuncia il ritorno insieme ad Anderson e Rabin
Scherza col pubblico, racconta aneddoti, malgrado l’età e un po’ di appesantimento resta un personaggio estremamente ricco di vitalità. Al Parco della Musica di Roma, una delle tre tappe italiane del suo Piano Portraits Tour, Rick Wakeman ricorda che proprio sul pianoforte sono nate tutte le musiche scritte nel corso della sua lunga carriera. Il modo in cui le presenta, usando solo quello strumento, rappresenta dunque la loro veste originaria. Come una serie di fotografie in bianco e nero, scorrono sotto le sue velocissime dita non solo i successi che lo hanno visto protagonista – tratti da album passati alla storia, come “The Six Wives of Henry VIII” o “The Myths and Legends of King Arthur and the Knights of the Round Table” – ma anche i brani scritti per i musicisti con cui ha collaborato, da Cat Stevens a David Bowie. Fa tenerezza ascoltare “Morning has Broken” in versione strumentale, però quella che Wakeman conferma è una grandissima capacità di improvvisare intorno a quelli che per lui restano come dei canovacci per un attore della commedia dell’arte. E poi c’è tanta musica degli Yes, che infiamma il pubblico soprattuto quando Wakeman annuncia un concerto a Roma la prossima estate, insieme a Trevor Rabin e Jon Anderson. L’orizzonte pianistico di questo mito del rock è incredibilmente ampio, sotto le sue dita circolano stili ed epoche diverse, riorganizzate ovviamente secondo i suoi criteri, non di rado provocatori. Come quando preannuncia due canzoni di Lennon-McCartney rifatte secondo lo stile di Prokofiev: «Posso farlo perché Prokofiev è morto, e di certo non può più dire nulla, e su McCartney sto tranquillo, non è mai venuto a sentire un mio concerto…». Arrivano così delle riletture più che uniche di “Help” ed “Eleanor Rigby”, chi si sarebbe aspettato i Beatles? Wakeman è un fiume in piena, gli chiedono come bis qualcosa dal suo Viaggio al centro della terra e lui non si risparmia: una suite che farebbe da sola quasi un intero concerto. Sarà pure un pubblico che gli è affezionato come lo si è ai ricordi della giovinezza, ma di sicuro tutti escono dal concerto consapevoli di aver partecipato a un mito.
Interpreti: Rick Wakeman, pianoforte
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