Una notte con John Carpenter
Torino: a quasi settant'anni il maestro dell'horror si scopre rock star
Recensione
pop
Sarà anche una leggenda del cinema (non solo) horror, e avrà anche pubblicato il suo primo disco di inediti nel 2015, alla veneranda età di 67 anni, ma John Carpenter è una rock star fatta e finita: occhiali da sole sempre indosso, fisico asciutto, capelli lunghi (bianchi, pochi, ma lunghi), il regista, produttore, sceneggiatore e ovviamente musicista americano ha trascinato per un’ora abbondante il pubblico, numeroso e vivace, del Todays Festival con il carisma di un veterano del palco.
Accompagnato da una band solida e giovane, tra i cui membri figura anche il figlio Cody, Carpenter ha proposto un set decisamente rock, più elettrico che elettronico, diviso più o meno equamente tra brani tratti dai dischi "Lost Themes" e "Lost Themes II" e dalle colonne sonore dei suoi film storici, tra cui è impossibile non citare almeno "1997: Fuga da New York", "Essi vivono", "Halloween", "Il seme della follia" e "Grosso guaio a Chinatown" – ma anche "La cosa", le cui musiche furono composte da Ennio Morricone. Per il godimento degli occhi, oltre che delle orecchie, ogni tema cinematografico è stato suonato con l’accompagnamento delle immagini dei rispettivi film, accolti da boati di entusiastica approvazione. Suggestiva anche la location, periferica ma non troppo, l’ex fabbrica Incet, una delle tante testimonianze del passato industriale di Torino che ben si prestano a essere riqualificate e ancora vissute dalla città.
A concludere una serata – o meglio nottata: l’esibizione è iniziata un po’ dopo la mezza e si è conclusa che erano quasi le due – da brividi (in tutti i sensi), l’ironico e autocitazionista arrivederci del regista: “State attenti mentre guidate per tornare a casa: Christine potrebbe ancora essere in giro...”
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