Americana a Londra
Lucinda Williams al Barbican, con un omaggio a Nick Drake
Recensione
pop
In Italia il suo nome è poco noto, ma nel mondo anglosassone Lucinda Williams, da Lake Charles, Louisiana, è da vent’anni una leggenda del country-folk-rock, quella musica che per comodità siamo soliti chiamare "Americana". La solida reputazione artistica della cantante e chitarrista ha avuto ennesima conferma dalla grande risposta del pubblico di Londra, accorso ad affollare l’immenso auditorium del Barbican Centre per una serata molto particolare: preceduta dal non esaltante Jimmy Livingstone (sorta di James Taylor con forti echi del primo Elton John), Lucinda si è presentata sul palco accompagnata soltanto da un bassista e un chitarrista-multistrumentista, scelta che ha permesso ai fortunati presenti di accedere a un livello particolarmente intimo dell’arte della cantante, quasi si stesse assistendo all’esibizione di una giovane promessa in un qualsiasi bar della provincia americana.
Un approccio asciutto, essenziale, ciò nondimeno incredibilmente affascinante, forte di un repertorio di assoluta qualità (molti i brani tratti dall’album capolavoro del 1998 [i]Car Wheels on a Gravel Road[/i]), di una voce che, a sessant’anni esatti, ringhia ancora come ne avesse venti di meno e del fondamentale contributo del geniale Doug Pettibone: la sua abilità alla chitarra elettrica, alla pedal steel guitar, al mandolino e all’armonica è stata la colonna portante musicale dell’intera esibizione. Tanto che, almeno a giudicare dalla quantità di applausi, a fine serata è sembrato essere lui il vero idolo del pubblico.
Particolarmente toccante, nei bis, l’omaggio a Nick Drake («Uno dei miei artisti preferiti in assoluto», ha detto Lucinda, certa di fare colpo sul pubblico inglese) con una bella versione di “River Man”.
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