Orchestra nota per la radicale riproposta di un suono diverso, presunto antico, con le sue asprezze non meno evidenti delle difficoltà d'intonazione, con le escursioni dinamiche fra piano e forte ridotte di grado e una tendenza a tenere separate le singole linee strumentali anziché amalgamarle in un suono unitario. La somma bravura di ogni orchestrale è palese, alle prese con strumenti ostici per la scarsa docilità e precisione, e gli esiti sono ormai mille miglia avanti rispetto ai primi precari esperimenti del secolo scorso. Nondimeno rimane il dubbio se siano davvero quelli le sonorità e i fraseggi "originali" di Haydn e Mozart, o anche solo i più "opportuni" per l'ascoltatore di oggi (che non ha l'orecchio di ieri). E l'interrogativo si amplifica di fronte a Beethoven. Con un dubbio di base: perché tanta acribia nell'evitare qualsiasi vibrato alle note lunghe dei violini (per dire dell'effetto più eclatante, decisivo nella resa dei tempi lenti), quando si esclude poi del tutto un elemento timbrico determinante del Settecento strumentale quale fu il cembalo con funzioni di basso continuo? Clou della serata è stata l'esecuzione del Concerto K 622 da parte di Eric Hoeprich, primo clarinetto dell'orchestra, con uno strumento in La che rimanda all'originale bassetto di Stadler: un ascolto di grande interesse, perché riproponeva la netta frattura timbrica che il clarinetto delle origini evidenziava fra le note acute (squillanti e penetranti) e quelle gravi (calde e deboli), con un vuoto sonoro al centro (problemi congeniti che il moderno clarinetto ha solo in parte risolto). Ma anche qui sorgeva un interrogativo: perché usare uno strumento così precario senza poi aiutarlo riducendo gli archi a ranghi più ridotti, per evitare di coprirne continuamente il suono?
Note: Il direttore Guy van Waas sostituisce l'annunciato Frans Brüggen e aggiunge una Sinfonia di Haydn. PROGRAMMA: F. J. Haydn, Sinfonia n. 104 in Re maggiore "London"; W. A. Mozart, Concerto il La maggiore K 622 per clarinetto e orchestra; L. van Beethoven, Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92
Interpreti: Eric Hoeprich, clarinetto
Orchestra: Orchestra del XVIII secolo
Direttore: Guy van Waas