Esuberanza ed eclettismo sulle musiche di Wheeler
Il Néa Quartet di Diana Torto e John Taylor interprete delle musiche di Kenny Wheeler

Recensione
jazz
Serata conclusiva per la stagione della Fondazione Teatro Garibaldi con il Néa Quartet di Diana Torto e John Taylor completato da Chris Laurence al contrabbasso (al posto dell’annunciato Palle Dannielson) e Francesco Sotgiu alla batteria. Un quartetto sintonizzato sulle musiche del grande Kenny Wheeler interpretate attraverso l’esuberante vocalità di Diana Torto e l’eclettismo di John Taylor, un binomio oramai artisticamente consolidato e legato peraltro da profonda amicizia con l’ottantaduenne Wheeler. Riproporre le composizioni del caro Kenny è stato per loro un’occasione per omaggiarne la pregevole scrittura. Immenso Taylor in ogni sfaccettatura del suo pianismo: nell’esposizione dei temi, nell’improvvisazione, nei contrappunti, nell’esclusivo dialogo con la Torto supportato dalla ritmica di uno straordinario Laurence, geniale contrabbassista sempre attento ai cambiamenti di umori dell’asse pianoforte-voce. Apparentemente in disparte può essere apparso Sotgiu, che invece nei fatti è stato generoso e redditizio per la performance del quartetto. Tra le composizioni di Wheeler proposte abbiamo ritrovato le note “Kind Folk”, “Everybody Song But My Own”, “Canter n. 1” e “Mark Time” intervallate da “Mis(s)tango” della Torto e da “Beetween Moons” di Taylor. Poi un momento un po’ avulso dal contesto della serata, così ci è sembrata la riproposizione dell’arcinota “Estate” di Bruno Martino, in cui la Torto ha indossato i panni di una classica vocalist di jazz, ciò che per sua natura non è. Ma al di là di questa parentesi, l'interprete abruzzese è stata anche questa volta innovativa e capace di usare la sua vocalità a mò di strumento, di arricchirla con accenti popolari, di modellarne le estensioni anche su registri impossibili per le sue corde vocali.
Interpreti: Diana Torto voce, John Taylor pianoforte, Chris Laurence contrabbasso, Francesco Sotgiu batteria
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