Percorsi del rock Usa

I Wilco all'Estragon di Bologna

Recensione
pop
DNA Concerti Bologna
09 Marzo 2012
I Wilco confermano la loro vocazione per sintetizzare l'intero percorso folk-rock americano, dispensando con equilibrio sensibilità e passione, davanti alla densa platea dell'Estragon di Bologna. Una versione infinita di “One Sunday Morning” funge da prologo magnetico, quasi un karma con suono cristallino: la band ha già la compattezza giusta per il live e Jeff Tweedy non tradisce emozioni. Un viatico affascinante per quello che sarà un concerto rovente, in crescendo, a volte sfumato in ballad gentili, vaporose. Il recente “The Whole Love” è stato accolto bene ma senza clamori; invece in scena risulta brillante, in grado di stimolare i musicisti nell'ampliare le gamme armoniche e ritmiche degli originali. Quando arriva la controversa “Art of Almost”, la temperatura è satura, il break per l'intervento di Nels Cline promette scintille, infatti il chitarrista sfodera tutto il suo campionario di risorse, tecniche e gestuali. È una carta vincente, Cline; permette al gruppo di mantenere la propria identità e al contempo di sviluppare la forma-canzone in un'opera aperta che si disinteressa del formato standard, in un cortocircuito tra folk e free-noise sempre dinamico. Tweedy mantiene comunque il controllo d'insieme e dirige con passione le trame inventive delle tastiere di Sansone e Jorgensen, del basso di Stirratt, delle percussioni di Gotche. Oltre alle molte tracce da “The Whole Love”, svettano alcune canzoni dal capolavoro “Yankee Hotel Foxtrot” (una magnetica “I'm Trying to Break Your Heart”, ad esempio) e la tesa “Impossible Germany”, da “Sky Blue Sky”. Ben sei i bis, tra cui la vecchia ma sempre fresca “Via Chicago”.

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