Da downtown a Rota

Sex Mob alle prese con Ellington, Barry e con un omaggio al compositore pugliese

Recensione
jazz
Teatro Fondamenta Nuove Venezia
17 Novembre 2011
Unica data italiana per i Sex Mob, quartetto cult di downtown New York, ultimamente un po' defilato per i tanti impegni dei singoli componenti. Ritrovarsi dopo lunghe pause fa bene alla memoria e all'entusiasmo collettivo, se è vero che il gruppo è ancora in grado non solo di comunicare la vecchia energia, ma di migliorare, e di molto, tecniche esecutive e regìa sonora. Sex Mob si immerge in repertori sentimentali, rampe di lancio per improvvisare e giocare carte segrete: il tour europeo è incentrato su pagine di Duke Ellington, John Barry e Nino Rota, con pochissimi titoli originali. Il taglio espressivo estroverso, declamatorio, zeppo di citazioni e ironie, sempre a rischio di deragliare, è governato con mestiere e passione da Bernstein. È lui che detta i tempi, che funge da playmaker in una squadra agile e sorniona. Dopo un preludio introspettivo, dilatato, l'apertura maestosa sulla marcia di "Black and Tan Fantasy" apre le danze di riletture ellingtoniane che offrono gli arrangiamenti più arguti e le parti solistiche più esilaranti. Anche "The Mooche" cattura con la sua andatura sghemba e i rallentamenti "cool", oasi di sospensione che preparano esplosioni di volume. Bernstein eccelle nel montaggio dei testi, complesso eppure di felice immediatezza, capace di tenere ritmi rigorosi senza alcun vuoto. Il sax di Krauss si imbizzarrisce in fraseggi straniati e di contrasto rispetto al blues diabolico della tromba; Scherr e Wollesen sono implacabili nel variare metriche e timbri, passando dallo swing al rock, da un falso d&b ad astrazioni esotiche. Il divertimento c'è tutto, ma è impreziosito da una competenza musicale formidabile. E, dopo i gustosi richiami ai temi dei film 007 ("Goldfinger" su tutti), ecco la seconda parte del set, tutto su Nino Rota. Interpretazioni che viaggiano veloci dalla levigatezza e dal lirismo ai sapori circensi, valorizzando ancora le dinamiche del suono di un quartetto mai così in forma.

Note: organizzazione : Vortice - rassegna Avant / Post

Interpreti: Steven Bernstein - tromba "slide"; Briggan Krauss - sax alto; Tony Scherr - basso elettrico; Kenny Wollesen - batteria, percussioni.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

jazz

A ParmaJazz Frontiere il rodato duo fra il sax Evan Parker e l'elettronica di Walter Prati

jazz

Il Bobo Stenson Trio ha inaugurato con successo la XXIX edizione del festival ParmaJazz Frontiere

jazz

Si chiude la stagione di Lupo 340 al Lido di Savio di Ravenna, in attesa di Area Sismica