La notte dei vecchietti a scacchi
Traffic Festival con Paul Weller, Specials: quando passare gli -anta ringiovanisce
Recensione
pop
E così la "notte dei vecchietti" per la seconda giornata di Traffic ha svelato che per i bit c'è tempo, possiamo ancora assaporare il beat senza sembrare degli inguaribili romantici. Se da un lato gli Specials propongono una formula che resiste da decenni, a cui basta conservare twang, voglia e grinta ("basta" si fa per dire...), Weller ha di recente dimostrato con "Wake up the nation" di essere anche in forma compositiva smagliante. Apre lui, stasera, dopo il set degli Statuto: e il dubbio su quale sarà il main event della serata si scioglie solo con lui sul palco. Con un repertorio che sorvola ogni contesto - punk, new wave, psichedelia, si permette anche bordate di tango - il tratto unificante sta nello spirito modernista con cui spennella ogni brano. E non è solo una pettinatura sgraffignata a Steve Marriott a ricordarcelo, o gli ottimi brani tratti dal suo ultimo concept album: i sei sul palco hanno un suono sincero che ribolle della tecnologia sonora dei Sixties. Che siano gli Style Council, i Jam o la produzione a suo nome, quando la lucidità tagliente british sbatte sull'anima black, nessuno riesce a star fermo.
Un lungo cambio palco e la colossale insegna appesa dietro alla batteria annunciano il two-tone degli Specials: per la prima assoluta in Italia si presentano in dieci tra sezione fiati, voci e strumenti. Batteria in trame optical, giacche old fashion e soprattutto tanto, tanto levare fanno rimbalzare l'esercito della Reggia per un'ora abbondante: non c'è solo l'hit di Dandy Livingstone "A message to you Rudy", of course, ma "Do the dog" o "Too much too young" a 45 giri, "Concrete jungle", "Nite Klub". Roba senza tempo, se la suona una decina di inglesotti coi capelli bianchi che non aspettavano altro. Il sudore finale garantisce la qualità.
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