Gatti sfrenati
“Cats” in tour con la Compagnia della Rancia
Recensione
classica
Ci sono voluti 6 anni di trattative perché il gelosissimo Really Usefull Group, la società di Andrew Lloyd Webber, si persaudesse che la Compagnia della Rancia ha ormai tutti i numeri per un allestimento di livello internazionale di un musical come “Cats”. Dopo la prima in ottobre a Roma al Teatro Sistina, questo splendido spettacolo sta girando l’Italia per tutta la stagione. La scorsa primavera il regista Saverio Marconi per scegliere la trentina di cantanti-ballerini-attori del cast ha esaminato 800 candidati, in provini che hanno dimostrato quanto l’Italia abbia ormai un esercito di talenti capaci di fare un teatro musicale contemporaneo di qualità in lingua. I costumi del nipote di Enrico Coveri sono molto belli, e bella la scena di Gabriele Moreschi; bello il make-up di Zaira de Vincentiis e molto buona l'orchestra di una decina di elementi che suona dietro le quinte, amplificata, supervisionata da Simone Manfredini e Enrico Arias e diretta da Vincenzo Latorre.
Dalla prima del maggio 1981, “Cats” sta per siglare il suo 30° anniversario, e la sua galleria di storielle di gatti tratte dalle poesie di Eliot per i nipotini, la formidabile commovente melodia di “Memory” con Giuseppe Verzicco (il Macavity alla Kurt Weill) e Giulia Ottonella (la Grizabella sul viale del tramonto) in testa a una compagnia che scatena l’energico entusiasmo e la perfetta malinconia del musical, sono ormai un classico di un repertorio ormai vasto, e questa produzione della Rancia è la prova che il teatro musicale contemporaneo oggi in Italia è una delle più sublimi prove di civiltà culturale resistente, con biglietti da 60 euro esauriti e platee in visibilio, con o senza fondi ministeriali.
Interpreti: Compagnia della Rancia
Regia: Savierio Marconi
Scene: Gabriele Moreschi
Costumi: Francesco Martini Coveri
Coreografo: Daniel Ezralow
Direttore: Vincenzo Latorre
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