Bollani, piano e gag
Il trio danese del pianista al Dal Verme di Milano per l'anniversario di Ecm e Ducale

Recensione
jazz
In una serata destinata, oltre che a presentare "Stone in the Water", il nuovo album di Stefano Bollani pubblicato dalla Ecm, a solennizzare i quarant'anni della prestigiosa etichetta di Monaco di Baviera e i cinquanta della Ducale, l'immancabile cabaret con cui il pianista è abituato a condire le proprie esibizioni poteva apparire ad un primo sguardo leggermente inappropriato. Senonché a ben vedere contribuiva a rappresentare efficacemente una delle chiavi del successo della casa del produttore Manfred Eicher: la capacità di consolidare una identità di invidiabile robustezza pur allargando la scala delle proprie fortune attraverso la progressiva integrazione nel proprio catalogo, nel proprio marchio, nella propria estetica, di personalità e inclinazioni espressive sulla carta non così vicine allo spirito Ecm. Ma certo nel Danish Trio di Bollani gli elementi che giustificano l'inserimento nella scuderia di Eicher non mancano: un pianismo che fra i suoi pregi ha - se non la profondità - quello di smarcarsi con una cifra personale (fatta per esempio di un procedere minuto che civetta coll'understatement) dall'ordinarietà mainstream del piano jazz di troppi odierni epigoni; e due partner come gli scandinavi che mentre si prestano a stare al gioco delle gag del leader, con la finezza del loro accompagnamento fanno egregiamente la loro parte nell'assicurare le soddisfazioni che si richiedono ad un piano trio che si rispetti. In scaletta brani dal nuovo album, fra cui "Dom de iludir" di Caetano Veloso e "Improvisation 13" di Poulenc, ma, nel finale, anche il battistiano "Mi ritorni in mente" già inciso con lo stesso trio. In due brani e nel bis alla festa si è aggiunto anche Enrico Rava. Dal Verme al completo, e pubblico conquistato in partenza, pendente dalle labbra non meno che dalle dita di Bollani.
Interpreti: Stefano Bollani, pianoforte, Jesper Bodilsen, contrabbasso Morten Lund, batteria
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