Caine per Berio

Ottimo successo a Firenze per il Berio Project di Uri Caine al Tempo Reale Festival

Recensione
classica
Tempo Reale
13 Ottobre 2009
Dopo Ravenna, Roma e Vienna, è stato anche a Firenze Uri Caine con una delle più ambiziose produzioni degli ultimi anni di Tempo Reale, centro fiorentino di studio e produzione elettroacustica fondato da Luciano Berio: il Berio Project, appunto, con cui il trio di Caine (assieme al pianoforte c’erano la tromba di Ralph Alessi e la batteria e percussioni di Jim Black) è approdato alla Pergola per chiudere il Tempo Reale Festival. Un Caine meno “domestico” rispetto alle operazioni su Bach o Piazzolla, che forse avrà spiazzato una parte del pubblico, all’altra sarà sembrato invece più brillante, eloquente e “sul pezzo” che mai, in un discorso riferibile tanto al Berio della grintosa Sequenza pianistica, quanto a frammenti e materiali di varia natura, creati, ripensati, archiviati (suoni d’ambiente, musica tradizionale), comunque amati dal compositore ligure, fino ad una memorabile, lucida e ludica evocazione jazzistica del Mahler “triviale” della Seconda, transitato in Sinfonia del 1968. Il tutto, con le voci registrate di Cathy Berberian e Julie Patton, immerso in una sofisticata aura elettronica dai live electronics di Francesco Canavese e Damiano Meacci e dalla regia del suono di Francesco Giomi, che di Tempo Reale è l’attuale direttore. Vi si poteva leggere, o almeno l’ha fatto chi scrive, la tensione che è in Berio fra idee diverse di musica e di suono, aggressiva, parodica, “stravinskijana” l’una, ermetica e stellare l’altra; ma ciò che ci è più piaciuto è stata la rispondenza di questo evento con uno dei temi forti del festival, il rapporto con lo spazio, in questo caso lo spazio aristocratico del Teatro della Pergola, felicemente occupato dalle vibrazioni della contemporaneità e provocato dalle dislocazioni sonore avvolgenti del suono ex machina. Successo ottimo.

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