Irripetibili Franz Ferdinand
La band scozzese travolge Torino
Recensione
pop
«Non poter smettere di muoversi | oh io non posso smettere di provare questo sentimento | e tu non lo puoi sentire | anima di ragazzo, depresso e solo | e la sua anima è nuovamente distrutta»: sei anni fa non esistevano i Franz Ferdinand, la band scozzese che nel 2004 con il suo album omonimo di esordio ha folgorato la scena pop. Oggi sembrano una di quelle band che hanno folgorato con il loro primo album e che ti aspetti sempre che ti folgorino ancora. Al terzo album, con più cover e remix di pezzi loro che pezzi loro, sono una band di culto. Le loro due date italiane erano praticamente sold out. A seguirli, ragazzi che di musica se ne intendono, e che amano il loro suono pieno di molta energia, e di molto impatto pestato, ritmato come una marcia, beat. Il loro è un sound molto mono, ben scandito, un funky isterico e accelerato (la chitarra di Nick McCarthy, ex ladruncolo in Germania ed ex Embryo, è prodigiosa) con la voce in progress del greco di Glasgow Alex Kapranos, il nostro piccolo Bowie. Su un palco di scozzese sobrietà due sole concessioni al vedere: i video bellissimi, disperati di frenetiche notti urbane, camminate senza meta in brughiere, occhi di donna, pupille psichedeliche e una originale videocamera live verticale sui quattro FF, sgranata e disturbata come in una apocalisse delle telecomunicazioni. Qualche suite psichedelica alla Doors… tutti e 4 a menare tamburi in 10 minuti afro transe, e il finale verso la dance, con Nick e Alex sulle tastiere elettroniche, verso una possibile notte di sballi che non c’è. Ciao Torino!
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