Il corno di Orfeo
Roma: successo per la nuova opera di Silvia Colasanti
Recensione
classica
A rappresentare un nuovo Orfeo nella cornice dell’Aula Magna della Sapienza di Roma, sotto l’impegnativo motto inciso a lettere cubitali “Doctrinae studium vitam producit et auget. Immortalis eris si sapias iuvenis” e sotto lo sguardo delle ieratiche figure dipinte da Mario Sironi, che rappresentano l’Italia tra le scienze e le arti, c’è di che provare qualche tremore. Non ne hanno mostrati gli interpreti che hanno eseguito l’opera di Colasanti, assolutamente moderna ma al tempo stesso profondamente legata all’antico e alle radici mitiche della nostra cultura poetica e musicale, un’opera classica nel senso più pieno del termine. La scrittura di Colasanti, che indugia su note lunghe tenute e su raffinati effetti onomatopeici, mai banali (il vento angoscioso dell’Averno, la lira di Orfeo che si accorda, la furia delle Menadi), ha parlato all’emotività del pubblico presente in sala, foltissimo ed eterogeneo, che ha chiamato alla ribalta con i suoi applausi, per ben cinque volte, autrice e interpreti. La voce di Maddalena Crippa, calda e solenne nella prima parte, si è fatta strumento insieme agli altri, dipingendo via via i paesaggi dell’azione in un crescendo di tensione, fino allo scioglimento finale. Bravi i musicisti e il loro direttore, alle prese con una partitura non facile, fitta di repentini cambiamenti. Ci resta nel cuore il colpo di teatro del corno, suonato dietro le nostre spalle al momento dello sguardo fatale tra Orfeo ed Euridice, che in un attimo ci ha trasformato da spettatori a protagonisti di questa vicenda antica e sempre moderna.
Note: Prima esecuzione assoluta (commissione IUC)
Interpreti: Maddalena Crippa, voce recitante
Orchestra: Ensemble Nuovo Contrappunto
Direttore: Mario Ancillotti
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